David Lynch nella 12° edizione di ‘Capire la storia del Cinema’

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David Lynch, sarà argomento principale del corso
 David Lynch, sarà argomento principale del corso
David Lynch, sarà argomento principale del corso

LECCO – Capire la storia del cinema XII si apre con un omaggio a uno degli ultimi figli del muto: Pierre Étaix. Malinconico come Buster Keaton ed elegante come Max Linder, Étaix ci ha lasciati il 14 ottobre scorso a 87 anni. Giulio Sangiorgio racconta la vita di un genio e la sua carriera nella settima arte, iniziata tra le fila del grande Jacques Tati.
Il focus di quest’anno si compone di sei incontri per l’analisi di altrettanti capolavori del maestro visionario David Lynch. Si parte con Tommaso Isabella, che ci parla del perturbante esordio nel lungometraggio con Eraserhead. Il secondo incontro, tenuto da Rinaldo Censi, è dedicato al capolavoro Velluto blu, un’opera di immagini di perversione e violenza, ormai radicatasi nell’immaginario cinematografico.
Il terzo incontro vede Alice Cucchetti affrontare Twin Peaks, ovvero il risultato dell’incursione di Lynch sul piccolo schermo, una delle più influenti serie tv degli ultimi vent’anni. Ne parliamo contemporaneamente alla messa in onda dell’inedita terza stagione.
Il quarto incontro, con conferenziere Massimo Ferrari, si focalizza su Una storia vera, lento e malinconico road movie, una favola (ispirata a una storia vera) che mostra un nuovo sguardo dell’autore sul mondo e lascia allo spettatore il tempo di commuoversi e stupirsi.
Nel quinto incontro Luca Pacilio è alle prese con Mullholland Drive, angosciante percorso tra sogno e realtà che ha dato vita a innumerevoli domande e fantasiose interpretazioni.
Il sesto e ultimo incontro, con relatore Matteo Marelli, avvicina il pubblico a INLAND EMPIRE, film maiuscolo come il suo titolo, una sfida allo spettatore a comprendere con l’intuito un flusso di immagini che scorre dentro la mente della protagonista.
Tre sono le presentazioni di pubblicazioni dedicati ad autori e momenti della storia della settima arte. Dopo la presentazione della rivista di cinema edita da Bietti, INLAND#1: Rob Zombie, quest’anno vengono esposti i due successivi numeri del periodico: INLAND#2, ovvero la prima pubblicazione italiana dedicata a François Ozon, “regista tra i generi, firma sfuggente all’etichetta d’autore”, e INLAND#3: Lav Diaz, volume ancora inedito che affronta l’opera del regista filippino, Leone d’Oro all’ultima Mostra del cinema di Venezia.
Un terzo incontro ha come ospite Pier Maria Bocchi, autore di Invasion USA. Idee e ideologie del cinema americano anni ’80 (Bietti Heterotopia), in cui l’autore tratta un’epoca e un mercato fondamentali per capire l’evoluzione di un Paese e di un immaginario.
Sono cinque gli incontri dedicati al cinema d’animazione. Si parte con due incontri di introduzione a cura di Giulio Sangiorgio alla scoperta delle origini dell’animazione della settima arte fino ad arrivare alla contemporaneità. A seguire due incontri dedicati a due grandi autori del cinema d’animazione: il primo ha come protagonista il cineasta ceco Jan Švankmajer. Il relatore Massimo Alì Mohammad affronta la figura di un genio surrealista che in Italia non ha mai goduto della giusta considerazione. Nel secondo incontro Ilaria Feole parla di un autore nostrano celebrato a livello mondiale: Bruno Bozzetto. Uno che ha trovato un’alternativa all’animazione americana tipicamente orientata alle famiglie, raccontando storie per un pubblico anche e soprattutto adulto.
Per l’ultimo incontro è prevista la presentazione del saggio L’animazione dipinta. La corrente neopittorica del cartoon italiano in cui l’autrice Priscilla Mancini fa una vasta analisi sul cinema d’animazione indipendente italiano dal 1911 al 1949, cercando in esso le possibili radici di una corrente neopittorica contemporanea.
Questo modulo, che prosegue da alcuni anni, è diviso in due parti. La prima prende in considerazione la storia del cinema italiano degli anni ’30, e parte con lo studio della fotografia a cura del docente Gianni Cattaneo. Dario Stefanoni introduce alla figura di Francesco De Robertis, Sergio Germani racconta gli autori conosciuto e dimenticati di quegli anni. Infine Gian Piero Brunetta, il maggiore storico del cinema italiano, torna ospite del nostro corso per trattare del periodo tra il sonoro e la guerra.
Nella seconda parte del modulo, dopo la precedente puntata sul passaggio dalla cinematografia-attrazione alla nascita dell’industria, Massimo Ferrari espone il periodo più importante della carriera di D.W. Griffith. Coordinatore  della rassegna è Giulio Sangiorgio per l’associazione Dinamo Culturale.