Crescita della boscosità record a Lecco ma è boom di import del legno

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LECCO – La Coldiretti interprovinciale commenta i dati dell’ultimo rapporto Ersaf sullo stato delle foreste in Lombardia presentato nei giorni scorsi.

“Le due province lariane sono ai vertici lombardi per la crescita del bosco ma gli spazi di valorizzazione economica di una filiera sempre più strategica e ‘multifunzionale’ sono ancora enormi; basti pensare che su 5 nuovi alberi cresciuti in un anno, solo 1 viene tagliato e trasformato nonostante in Italia si registri l’importazione a basso costo di più dei due terzi del legno utilizzato”.

Dati che evidenziano come le province di Como e Lecco abbiano il più alto “indice di boscosità” di tutta la Lombardia. Infatti il rapporto tra le aree forestali e la superficie provinciale complessiva, nel Lecchese è pari al 52,7%, mentre nel Comasco esattamente del 50%. Seguono Varese (45,7%), Bergamo (41,8%) e Sondrio (36%).

I boschi lombardi inoltre crescono molto più rapidamente di quanto li si possa ‘governare’: ogni anno, infatti, il volume forestale cresce di 3,1 milioni di metri cubi, ma se ne tagliano solo 551mila, ovvero meno del 20% della ricrescita annua, una percentuale che, è anche diminuita di quasi il 5%. Mediamente il 77% del prelievo di legname è destinato ad uso energetico, il 23% viene usato in falegnameria, per paleria o imballaggi e solo l’1% è scarto.

Nei boschi ad accrescimento veloce si tagliano soprattutto robinia, castagno e faggio (387mila mc), mentre in quelli con piantagioni d’alto fusto, i più tagliati sono l’abete rosso, il larice e l’abete bianco (163mila mc). Sono 281 le imprese boschive attive in Lombardia; più di 1000 gli occupati, senza conteggiare l’indotto.

“La manutenzione delle aree forestali è un dovere ambientale per la salvaguardia dell’assetto idrogeologico, per la prevenzione di frane e smottamenti, oltre che per la tutela della biodiversità – interviene Fortunato Trezzi, presidente di Coldiretti Como Lecco – I boschi sono infatti popolati da mammiferi, uccelli e rettili, ma anche da una grande varietà di vegetali, senza dimenticare che ricoprono un ruolo centrale come assorbitori e contenitori di anidride carbonica, che è il principale gas ad effetto serra, e sono fondamentali nella mitigazione e nell`adattamento ai cambiamenti climatici in corso”.

“Ma non è solo una questione ambientale, i boschi, infatti, se valorizzati attivamente con pratiche di gestione sostenibile, possono rappresentare un fondamentale strumento di investimento nella crescita dell’indotto produttivo ad esso collegato, garantendo così lo sviluppo socio-economico delle aree marginali, rurali e di montagna – prosegue Trezzi – E non penso soltanto all’uso energetico (principale fonte di reddito delle nostre imprese agroforestali) o edile; nelle nostre province, infatti, abbiamo due diversi territori con due straordinarie eccellenze del design: la brianza del mobile e il lago, con i suoi cantieri nautici. Non a caso, la baricentrica Erba è stata scelta per accogliere una delle fiere internazionali di riferimento per il settore, Forlener, in programma dal 12 al 14 maggio 2017”.

Secondo una ricerca di Coldiretti Como Lecco, proprio nella costruzione di imbarcazioni, gli artigiani del territorio oltre al legno tropicale apprezzano alcune varietà di legno locale come la robinia e il castagno che, essendo ricchi di sostanze tanniche, migliorano la conservazione del legno stesso in ambiente umido, rallentandone la degenerazione. Vengono, pertanto, utilizzati per le fiancate delle barche e per la ruota di prua. Abete e larice, invece, sono legni duri e resistenti, ottimi per realizzare la chiglia, la spina dorsale dell’imbarcazione.