Odori dalla Cartiera, serata coi residenti. “Servono interventi”

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CALOLZIO – Dopo l’incontro del 13 ottobre, quando si era trattato della questione della centrale a biomasse, Cambia Calolzio ha chiamato di nuovo a raccolta i cittadini del quartiere del Pascolo, riguardo agli odori sgradevoli provenienti dalla Cartiera Adda.

L’associazione Altra Via che si è attivata anche in questa occasione con l’intervento di Marco Caldiroli, esperto chimico del “Centro per la salute, Giulio A. Maccacaro, di Castellanza” e vice-presidente di Medicina Democratica.

Prima di questa assemblea, il gruppo civico di Cambia Calolzio aveva distribuito alle famiglie del quartiere una scheda di rilevamento della “puzza” ricevendone un riscontro definito dal movimento come preoccupante: “i firmatari delle schede riconsegnate hanno segnalato ad esempio fastidi quali: nausea e qualche volta conati di vomito, l’impossibilità di stendere all’esterno panni ad asciugare perché assumono odore insopportabile e altro ancora – dicono dal movimento – E’ indiscutibile che i cittadini del Pascolo abbiano diritto ad un’aria salubre e senza odori sgradevoli e che la soluzione del problema e il sistema per ottenerla spettano sì all’azienda, ma ancor più all’amministrazione comunale in quanto deputata per legge”.

Amministrazione comunale che, segnalano da Cambia Calolzio, non ha ancora dato risposta in merito alla richiesta che è stata avanzata sull’installazione di due centraline pubbliche attive 24 ore su 24 per la misurazione degli eventuali inquinanti e nanopolveri rilasciati dalla centrale a biomasse.

 

“Anche per quanto riguarda la puzza, pur riconoscendo la volontà aziendale che si sta adoperando per ottenere l’autorizzazione del Parco Adda Nord, al fine di operare alcuni interventi che, a suo dire, potrebbero arginare il problema delle esalazioni maleodoranti, ciò non ci basta – dicono da Cambia Calolzio – Tanto che una cittadina, dopo che i rappresentanti dell’Azienda intervenuti attivamente in assemblea avevano illustrato le cose fatte e gli investimenti per migliorare la situazione, ha chiesto alla dirigenza aziendale con una netta e semplice domanda come mai dopo questi gli interventi la puzza è aumentata e di molto” .

Cambia Calolzio ha proposto di impiegare il “sistema odortel” già sperimentato ad esempio a Taranto, dove il WWF ha evidenziato risultati positivi.

“Questo sistema, che deve coinvolgere oltre al Comune, la Provincia e l’Arpa si basa su un coinvolgimento diretto dei cittadini che al verificarsi delle esalazioni, comunicano telefonicamente il disturbo percepito tramite i tasti del telefono (1 per un odore “appena percettibile” – 2 per un odore persistente e 3 per un odore “molto forte) – spiegano dal movimento – ciò consente l’intervento pressoché immediato degli organi preposti a tutela del cittadino che effettueranno con strumentazione ad hoc le relative analisi olfatto-metriche secondo le norme vigenti, in modo da assumere poi i necessari provvedimenti su base scientifica”.

Oltre a ciò, considerato che a breve l’azienda dovrà rinnovare l’AIA (autorizzazione impatto ambientale) “chiederemo al Sindaco, a questo riguardo, di partecipare alla Conferenza di Servizi e che l’AIA stessa tenga conto dei problemi odorigeni e delle decisioni dell’Unione Europea sulle tecnologie disponibili per il settore cartiera”.