Dopo uno scontro a fuoco tra i fratelli Ato, Jimmy il presunto assassino e Robert suo complice, le forze di polizia di Manila (Filippine) sono riuscite a mettere la manette ai due. L’arresto è avvenuto ieri, nei pressi dell’abitazione dei fratelli, residenti ad Arakan nella provincia di Nord Cotabo, città in cui venne assassinato lo scorso 17 ottobre il lecchese Padre Augusto Tentorio.
A darne notizia è stato il ministro di Giustizia Laila de Mila che ha spiegato come a identificare l’assassino e il suo complice siano stati dei testimoni presenti al momento dell’esecuzione.
Tentorio era originario di Santa Maria Hoè (Lecco) e viveva da oltre trent’anni nelle Filippine. Chiamato dai sui fedeli “Padre Pops”, padre Tentorio, 59 anni, già in passato era stato minacciato da gruppi armati per essersi schierato a favore delle popolazioni indigene e in difesa delle loro terre. Approdato nelle Filippine nel 1978 come missionario per il Pontificio Istituto per le Missioni Estere (Pime), si spostò prima ad Ayala, nell’arcidiocesi di Zamboanga, quindi nel 1980 venne trasferito nella Diocesi di Kidapawan in qualità di amministratore della missione nella parrocchia di Columbio a Sultan Kudarat, fra indigeni e musulmani e dal 1985 si trovava ad Arakan.