LEGGERMENTE – In tanti per Carlo Cottarelli: “Io premier? Più facile che mi chiami l’Inter”

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L'economista Carlo Cottarelli, il giornalista Gianluca Morassi e Marco Magistretti di Confcommercio
L’economista Carlo Cottarelli, il giornalista Gianluca Morassi e Marco Magistretti di Confcommercio

 

LECCO – “Io premier? E’ più facile che l’Inter mi faccia giocare al posto di Icardi. Non è credibile e, tra l’altro, dopo le elezioni nessuno mi ha chiesto nulla”. Così l’economista Carlo Cottarelli, invitato a Lecco nell’ambito di Leggermente, ha risposto in merito all’ipotesi circolata nei giorni scorsi di un suo coinvolgimento nel nuovo governo per superare lo stallo istituzionale.

Nel tardo pomeriggio di oggi, nella cornice di Palazzo delle Paure, il noto economista intervistato dal giornalista Gianluca Morassi ha parlato del suo ultimo libro “I sette peccati capitali dell’economia italiana” edito da Feltrinelli. Laureato a Siena e alla London School of Economics, dopo aver lavorato in Banca d’Italia ed Eni, dal 1988 al 2017 è stato nel Fondo monetario internazionale. E’ stato commissario straordinario per la revisione di spesa, nominato dal governo italiano, da ottobre del 2013 a novembre 2014. Oggi è direttore del nuovo Osservatorio sui Conti Pubblici dell’Università Cattolica di Milano: “Il mio obbiettivo adesso è influire sull’opinione pubblica, in pratica faccio il predicatore” ha detto con un pizzico di ironia.

In tanti hanno partecipato all’incontro e, tra i tanti volti noti, anche quello dell’Onorevole Gian Mario Fragomeli e dell’ex Ministro Roberto Castelli.

Evasione fiscale, burocrazia, divario tra Nord e Sud, corruzione, lentezza della giustizia, difficoltà a convivere con l’Euro, questi alcuni dei problemi del Paese portati all’attenzione dell’economista nel suo libro: “Il problema più grosso, però, è il crollo demografico. Il rapporto tra giovani e anziani è cresciuto moltissimo, i giovani che sono la forza dell’economia sono sempre meno. Per tutti gli altri problemi ci sono delle soluzioni, ma il crollo demografico penso che sia quello più difficile da risolvere”.

Gli argomenti sono stati molteplici, alcuni anche molto tecnici, sicuramente da parte del pubblico presente ha riscosso molto interesse il tema della flat tax: “E’ una proposta che ha vantaggi e svantaggi. Il vantaggio è che è una tassa semplice da gestire. L’idea è che se abbasso la tassazione la gente paga più volentieri ma questo, secondo l’esperienza di paesi che l’hanno adottata, non è sempre vero. Con una flat tax magari ci guadagnano tutti, ma ci guadagnano di più i ricchi, la conseguenza è una minor ridistribuzione della ricchezza e qui si gioca la partita politica. Poi c’è la questione legata alla copertura : una flat tax al 23% costa 64 miliardi di euro, soldi che arriverebbero dall’eliminazione di gran parte delle deduzioni e detrazioni fiscali”.

Rispetto alle recenti elezioni Cottarelli si è detto tranquillo: “Nell’immediato non sono preoccupato. L’umore dei marcati in questo momento è molto buono perché stanno crescendo. Il problema è ciò che potrebbe accadere se ci fossero un rallentamento e una nuova recessione. Se il debito torna ad aumentare, torna anche la speculazione con la conseguente risalita dello Spread. Bisogna mettere i conti a posto prima che succeda questo”.