Cala il sipario su ‘Una montagna di eventi’: “La vetta è stata raggiunta”

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CARENNO – “Vetta raggiunta!”. Una metafora alpinistica per descrivere il successo di “Una montagna di eventi”, la rassegna culturale realizzata dalla Pro Loco di Carenno, e curata da Luca Rota, volta alla rivalorizzazione della montagna carennese, del suo patrimonio di bellezze paesaggistiche e tesori culturali attraverso un calendario di prestigiosi appuntamenti dedicate all’arte e alla cultura umanistica.

Si è partiti alla grande il 22 giugno con più di 200 persone allo storico Oratorio di San Domenico per la proiezione all’aperto e in notturna de “I tesori della Dol”, il film di Carlo Limonta con i testi di Ruggero Meles che racconta le innumerevoli bellezze dei monti della Dorsale Orobica Lecchese.

Il 1° luglio le arti protagoniste dell’evento sono state la musica e il canto lirico, con l’emozionante concerto di arie nobili e da camera del Settecento e Ottocento (ma pure con incursioni musicali novecentesche) del celebre baritono Giuseppe Capoferri, accompagnato al piano dal maestro Samuele Pala e presentato dal musicologo professor Valerio Lopane, che ha riempito il sagrato della chiesa della Madonna della Cintura a Forcella Bassa con tanto di meritatissima standing ovation finale.

Domenica 8 luglio è stato invece il bellissimo borgo di Colle di Sogno a far da scenografia – ideale come non mai – alla presenza prestigiosa di Roberto Mantovani, scrittore, giornalista, tra i massimi esperti di montagna in senso assoluto in Italia: ed è stato veramente sorprendente vedere la piazzetta del borgo stipata di pubblico (oltre 130 persone) per ascoltare e farsi coinvolgere dalla illuminante narrazione di Mantovani circa il presente e il futuro della montagna nonché delle migliori pratiche per la resilienza e la rigenerazione dei territori montani, un tema quanto mai fondamentale per chiunque abiti ovvero frequenti le montagne delle Alpi e degli Appennini.

Infine, domenica 15 luglio, un altro luogo profondamente significativo della montagna carennese come l’ex albergo del Pertusino è stato l’affascinante palcoscenico  per il gran finale della rassegna: il teatro-canzone dell’attore Luca Radaelli con “Ma mi voeuri cuntà”, un concerto/spettacolo che tra canzonetta e letteratura, tra teatro e divertissement, tra satira e nostalgia, ha rievocato l’eccitante atmosfera della Milano degli anni ’60/’70 ovvero dei vari Jannacci, Gaber, Dario Fo, Nanni Svampa, Giorgio Strehler, facendo parecchio ridere, cantare e divertire gli oltre cento presenti – in un luogo, è bene ricordarlo, raggiungibile solo a piedi e con la concomitanza della finale dei mondiali di calcio. Un successo oltre ogni previsione, insomma.

“Un esito certamente non scontato: per via dell’originalità delle proposte, delle tematiche trattate, delle location scelte e delle relative difficoltà logistiche da affrontare – ha detto Luca Rota -. Ma non solo l’entusiasmo, la passione e l’efficienza (doti ammirate e lodate da tutti, in primis dagli stessi protagonisti degli eventi) dei membri della Pro Loco di Carenno hanno saputo realizzare al meglio ogni singolo evento: si può ben dire che lo stesso fine primario alla base della rassegna, quello di rivalorizzare la bellezza e il patrimonio culturale della montagna carennese, sia stato realizzato nel modo migliore possibile. E se il numeroso pubblico accorso agli eventi della rassegna  d’ora in poi vedrà la montagna carennese con sguardo più attento e conscio della sua bellezza e delle proprie peculiarità uniche, si potrà certamente affermare che grazie a ‘Una montagna di eventi’ è stata raggiunta pure questa preziosa, fondamentale vetta”.