Jojo ha meno di trent’anni, cognome e passaporto italiano da quando una famiglia lombarda l’ha adottato da piccolo. La sua storia è finita male, sulla strada, da alcolizzato. Non è felice e vorrebbe farla finita. Gli appuntamenti al Sert per toglierlo dalla dipendenza li salta, proprio perché – perso dentro l’oblio che offre l’ubriachezza – se ne scorda. Prova a dirlo a tutti che vuole una mano, ma le regole dell’aiuto sociale prevedono che uno debba recarsi nei luoghi dove viene offerto. E lui non ci riesce.
Ha tentato più volte di togliersi la vita, anche due giorni fa. Questa volta aveva scelto la piattaforma della zona vicino alla Canottieri Lecco. Ormai all’imbrunire si è spogliato pronto a gettarsi nelle acque gelide del lago. Il destino però gli ha messo di traverso il passaggio casuale da quelle parti di un altro senzatetto, suo amico.
Lo ha raccontato lui stesso alla sera quando ha cercato ricovero ai container del Comune di Lecco e della Croce Rossa in via san Nicolò. Ecco cosa riporta un volontario che presta la sua attività in quel luogo: “Dal suo punto di vista, sfortunatamente qualcuno l’ha placcato prendendolo per il collo. Era Ilic lì per caso che gli si era avvicinato da dietro per vedere cosa ci faceva un mulatto di 90 chili completamente nudo in quel posto”.
Al volontario la storiella sembra quasi incredibile, soprattutto perché a un certo punto Jojo si commuove platealmente. Poco più tardi all‘hotel san Nicolò (come viene chiamato in gergo il ricovero) arriva anche Ilic, il salvatore, e qualcuno gli chiede come sia andata la giornata. L’uomo guarda Jojo e nicchia. Quest’ultimo lo toglie dall’imbarazzo e rivela di aver già vuotato il sacco a proposito del suo tentato suicidio.
Tocca a Ilic allora dare la sua versione, confermando punto su punto di aver salvato il giovane. Si vergogna e si commuove a sua volta. Poi se ne va a dormire, dopo aver preso del the caldo, in un bicchiere di plastica. Non si sente un eroe, la sopravvivenza è un grande obiettivo quotidiano, non facile per chi ha deciso di restare ai margini della società, senza un soldo in tasca e narcotizzato dal bere.
Abbiamo inventato i nomi ma le persone e le loro storie vere.