“Ciccio”: inno alla vita. Il figlio Carlo: “Ci ha dato passione come antidoto alla noia”

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Maurizio ‘Ciccio’ Valsecchi

 

LECCO – “Ciccio è Ciccio, non c’è tanto altro da dire – Ha iniziato così Carlo Valsecchi, dall’altare della chiesa di Castello a Lecco, il ricordo del padre Maurizio “Ciccio”, scomparso improvvisamente il 15 agosto scorso – Pensavo che stesse ancora qua un po’, prima di andarsene. Invece no”.

Carlo, il figlio maggiore di Maurizio ‘Ciccio’ Valsecchi

 

Senza mai perdere il sorriso, come papà Maurizio, “Carletto”, com’è chiamato dagli amici, ha proseguito: “Di lui ricorderò sempre l’energia, che arrivava a tutti. E molti dei presenti possono raccontarne di cose simpatiche che hanno fatto con lui, le ‘mattate’ come le chiamavamo noi. Ma ricorderemo anche la passione che ha trasmesso a me e ai miei fratelli, ognuno nel suo settore: la passione come antidoto alla noia e alla depressione. Di questo credo che ce ne ricorderemo tutti, sempre. Grazie di averci insegnato anche la passione per la montagna nelle sue svariate forme. L’ultimo giorno che ho passato con te è stato al past di Barconcelli a Premana, mercoledì 8 agosto: è stata una giornata di festa come piaceva a te e come piace a me; abbiamo cantato tutto il giorno, mangiato con la splendida gente di Premana. Poi l’ultima volta che ti ho sentito era il 14 agosto, io ero al crotto (Crot del Meo nella frazione Bologna a Perledo gestito da Carlo, ndr) e stavo aspettando il coro I Vous de la Valgranda, ricordo che mi ha detto: ‘mi spiace non esserci, sono via! Fai una cantata e una bicchierata anche per me!’ “.

Poi Carlo senza mai perdere il sorriso ha concluso: “Vi ringrazio tutti per i messaggi di cordoglio e spero che tutto questo ci possa rendere più forti”.

Stefania ‘Steppo’ Valsecchi

 

A ricordare Maurizio Valsecchi è stata anche Stefania “Steppo” Valsecchi: “Uè Ciccio, continua a volare alto come hai sempre fatto. Perché tu sei l’inno alla vita, lo sei stato per tutti noi. Ogni giorno, più volte al giorno, dicevi: ‘Bella la vita’. E lo dicevi nonostante una batosta dietro l’altra negli ultimi anni. Sempre col sorriso sulle labbra. Esuberanza, gioia di vivere, allegrezza da spargere, forza, coraggio, determinazione, decisione. Ci lasci un’eredità tanto preziosa quanto impegnativa ma faremo il tutto il possibile per esserne degni e portarla avanti come facevi tu. Ogni giorno, più volte al giorno, mi nominavi i tuoi figli. Guido, il vice-capo come lo chiamavi tu, che ti ha portato quindici giorni fa in cima al Monte Rosa, ti ha portato lui non lo hai portato tu e ne eri felice, lo dicevi tutti i giorni; il tuo “Teto” Stefano al Resegone a continuare meglio di te la tradizione del rifugio Azzoni, che ti ha fatto correre l’acqua negli occhi quando, per prima cosa, inaugurando la nuova terrazza al rifugio, ti ha ringraziato; Marta, la più decisa, dritta come un fuso, determinata, li regola tutti lei i suoi fratelli, sa quello che vuole e sa come ottenerlo: forte, decisa accanto al suo Davide altrettanto forte deciso. E Carletto, che dicevi sempre: ‘L’è la mia futucopia. Se ghe so mia me, ghe che el Carletto. L’è istes de me’ (E’ la mia fotocopia, se non ci sono io c’è il Carletto. E’ uguale a me). Vai avanti Carletto sei il più simpatico. Grazie di tutto Ciccio, sei un inno alla gioia e noi cercheremo di farlo. Cercheremo di portare avanti il tuo insegnamento più vero e più bello: dare piena vita ai nostri giorni. Ciao Ciccio”.

Non è riuscito a trattenere le lacrime Roberto Chiappa, presidente del Gruppo Gamma di Lecco, anche lui volontario del Soccorso Alpino: “L’ho incontrato pochi giorni fa, mentre stava andando a fare l’ennesimo giro sulla sua bicicletta elettrica, mi ha detto: ‘L’è una bela giurnada. Vò in bici senza fa fadiga. Cosa voret cus’è pusè da la vita?’ (E’ una bella giornata. Vado in bici senza fare fatica. Cosa vuoi di più dalla vita?) Ciao Ciccio, mi mancherai!”.

Roberto Chiappa, presidente del gruppo Gamma

 

E prima Robi Chiappa a nome del Gruppo Uoei e del Gruppo Gamma ha ringraziato così l’amico Valsecchi: “Maurizio si è legato alla nostra famiglia sin dai lontani Anni ’70 quando partecipato alle vicende della nascente sezione Uoei di Lecco e del Gruppo Gamma ebbe modo di inserirsi nel variegato mondo alpinistico lecchese. Carattere gioviale, schietto e idee chiare. Per decenni ha operato intensamente nell’alpinismo lecchese diventando Guida Alpina, volontario del Soccorso Alpino e dedicandosi al suo amato Resegone. Risultava famigliare a tutti la presenza di Maurizio in sede, principalmente al rifugio Azzoni, qui impegnato nella funzione di gestore per più di tre lustri (2000 – 2016, ndr) cui chiedere un consiglio per un sentiero, un percorso attrezzato, una via ferrata, per l’acquisto tecnico o altro riceveva sempre risposte concrete e valide. Grazie alla sua indiscussa esperienza maturata con scalate sull’intero arco alpino ma anche con spedizioni in Sudamerica e nel Karakorum. Per suo tramite molti giovani iniziavano con lui in qualità di istruttore del corso roccia dei Gamma a muoversi con sicurezza in montagna e tra le vette in alta quota. Tutti noi ricordiamo come Maurizio ha saputo trasmettere nei suoi figli la passione per la montagna e soprattutto il piacere di conoscerla e praticarla nelle diverse capacità. Ma oltre a tutto questo e molto altro il Gruppo Gamma e Uoei di Lecco, insomma tutti insieme, abbiamo motivo di ringraziarlo per la sua profonda umanità e il desiderio di leale e sincera amicizia con cui si è indissolubilmente legato a noi e a tutto l’ambiente della montagna”.

Giuseppe Orlandi ‘Calumer’, membro del Cnsas e presidente del Cai di Ballabio

 

Infine, ma non da ultimo, a ricordarlo, commosso, dopo aver letto la Preghiera all’alpinista è stato anche Giuseppe Orlandi “Calumer”, amico e anche lui volontario del Soccorso Alpino nonché presidente dei Cai di Ballabio: “Maurizio l’ho conosciuto che era un ragazzotto, quando incominciava ad andare in montagna. Era un amico. Abbiamo fatto tante imprese insieme, tante salite.  Ci siamo divertiti. E’ stato bello perché era una persona solare, una persona semplice, che si dava da fare per tutti. Era un grande amico sia nel Soccorso Alpino che nella vita privata. Lo ricorderò sempre”.