LECCO – Il 29 ottobre si celebra la Giornata Mondiale contro l’ictus cerebrale, appuntamento che giunge quest’anno alla XIV edizione.
A Lecco, l’Ospedale Manzoni dedicherà all’evento un’intera giornata di informazione sul tema, che si terrà presso la hall del nosocomio cittadino mercoledì 7 novembre: l’iniziativa è promossa da ALICe (Associazione per la Lotta all’Ictus cerebrale) sezione di Lecco con il patrocinio dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale.
In quell’occasione, a partire dalle ore 10 e fino alle ore 16, sarà presente nella hall una postazione informativa presieduta da dottori, infermieri e personale sanitario del reparto di Neurologia e della Stroke Unit. Tra le iniziative proposte, l’attività di informazione sugli stili di vita virtuosi e sul riconoscimento dei fattori di rischio dell’ictus cerebrale; la possibilità di misurare la pressione arteriosa e compilare la scheda di valutazione del proprio rischio cardiovascolare; infine, la proiezione di video sui sintomi di riconoscimento dell’ictus cerebrale e altre questioni legate alla patologia.
“L’ictus rappresenta la seconda causa di morte e la terza di invalidità a livello mondiale, e la prima causa di disabilità negli anziani – spiega il Dr. Salmaggi, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze di ASST Lecco e della struttura di Neurologia dell’Ospedale Manzoni – Ogni anno in Italia si contano oltre 100.000 episodi di ictus, nell’80% dei casi si tratta di nuovi episodi, ma nel restante 20% dei casi si tratta di recidive che riguardano soggetti precedentemente colpiti”.
E’ noto che l’ictus cerebrale rappresenta un fenomeno che colpisce per lo più le persone anziane, e il progressivo invecchiamento della popolazione conduce ad un continuo aumento della casistica. Per invertire questa tendenza, dunque, nel tempo è diventato sempre più importante agire sul versante della prevenzione.
“Esistono dei fattori di rischio – quali i valori della pressione arteriosa, il diabete, la sedentarietà, il tabagismo, l’obesità e la fibrillazione atriale (nella popolazione anziana) – che sono correggibili”, prosegue Salmaggi.
“Esiste poi una familiarità per le condizioni predisponenti che va tenuta in considerazione: coloro che in famiglia hanno avuto un caso di ictus farebbero bene a prestare ancora maggior attenzione a modificare gli stili di vita scorretti e i fattori di rischio correggibili. Nei giovani, invece, l’incidenza è decisamente ridotta e limitata a forme genetiche, all’assunzione di terapia ormonale nelle giovani donne o all’assunzione di droghe, in special modo cocaina”.
Durante la giornata di sensibilizzazione, l’informazione toccherà anche il tema delle cure, delle nuove terapie disponibili e delle attività di riabilitazione che possono permettere alle persone colpite da ictus un ritorno ad una adeguata qualità della vita.
“Ricordiamo che l’ictus cerebrale è una di quelle patologie che vengono definite ‘tempo-dipendenti’, e per tale motivo risulta fondamentale il rapido riconoscimento dei sintomi di presentazione affinché possano essere prontamente praticate le terapie della fase acuta, in particolare la terapia di trombolisi per via endovenosa (in caso di ictus ischemico), praticabile entro le prime 4 ore e mezza dalla prima manifestazione dei sintomi, oppure, in caso di occlusione di un’arteria cerebrale di grosso calibro, la trombectomia meccanica (praticabile entro una finestra temporanea di circa 6 ore) che viene effettuata attraverso degli stent che, aprendosi nell’arteria occlusa, ricostituiscono un passaggio per il flusso sanguigno”, spiega la Dr.ssa Chiara Scaccabarozzi, neurologa dell’Ospedale Manzoni.
Al fine di predisporre una risposta sempre più efficace e tempestiva contro l’insorgere della patologia, all’interno dell’Asst di Lecco è stato condiviso un percorso specifico di trattamento dell’ictus che coinvolge il sistema dell’Emergenza Urgenza, il Pronto Soccorso, il neurologo, il neuroradiologo e i riabilitatori.