Tra famiglie della Costa d’Avorio si erano messe d’accordo perché una ragazza potesse venire in Europa a crescere qui. Nel 2005 lei era partita incinta e una volta rivelato il proprio stato al padre adottivo nonostante lei fosse minorenne, secondo l’accusa, lui avrebbe abusato della ragazzina con la scusa che ormai non era più vergine.
Dalla speranza di una vita nuova, la giovanissima si è ritrovata negli inferi dell’inferno al punto che si era rivolta ai servizi sociali che l’ha aiutata e raccolto i suoi primi sos. Ieri in Tribunale a Lecco la sua storia è stata ripercorsa e ricostruita, compreso il vuoto intorno a lei creato dalla comunità ivoriana.
Le tesi dell’accusa sostenuta dalla pm Sara Arduini sono state accolte e il collegio giudicante presieduto da Ambrogio Ceron (a latere Gianmarco De Vincenzi e Alessandra Cucuzza) hanno condannato il padre adottivo Lerou Fon a due
anni e mezzo per aver abusato della figlia. Sono state concesse le attenuanti generiche, ma imposto il pagamento di una pèrovvisionale di 20mila euro. L’avvocato difensore di Fon, Nadia Invernizzi, ha già annunciato il ricorso.