A lanciare l’allarme il comitato Ponte San Michele: “Stiamo perdendo tempo”
Oggi visita dell’onorevole Traversi, membro della commissione Ambiente e Instrastrutture, intervenuto già lo scorso dicembre per sbloccare la situazione
PADERNO – CALUSCO – Da un mese il cantiere è fermo, gli operai spariti. Passata la cerimonia di inaugurazione per la riapertura a pedoni e bici del ponte San Michele, avvenuta il 29 marzo, le sorti dell’infrastruttura che collega le province di Lecco e Bergamo sembrano essere cadute in un limbo. E con esse quelle dei tanti pendolari che ogni giorno sono costretti ad allungare notevolmente il loro percorso casa – lavoro a causa della chiusura del ponte al transito dei mezzi a motore. Una vera e propria Passione, raffigurata anche per Pasqua con un Cristo sulla croce da un madonnaro, che il Comitato Ponte San Michele vorrebbe che si potesse chiudere il prima possibile, senza dover far vivere ai residenti delle due province un inutile calvario.
Sopralluogo questa mattina, lunedì
Stanchi di rivolgere domande che cadono nel vuoto, i referenti del Comitato hanno chiesto e ottenuto un sopralluogo da parte dell’onorevole Roberto Traversi, membro della commissione Ambiente e Infrastrutture, per ciò che riguarda in particolar modo il rifacimento del Ponte Morandi a Genova e la riqualificazione del San Michele a Paderno.
Stamattina, lunedì 29 aprile, il parlamentare ligure si è fatto trovare all’imbocco del San Michele per verificare di persona lo status quo della situazione. A parlare, più delle parole, l’arcata con i ponteggi desolatamente vuoti, nonostante le festività di Pasqua e del 25 aprile siano ormai alle spalle.
Il precedente di dicembre
Una situazione che il Comitato non può tollerare, come ribadito dal presidente Ruben Bergonzi: “Era già successo a dicembre che il cantiere si fosse fermato. Poi grazie all’intervento dell’onorevole Traversi gli operai erano stati mandati a lavorare anche prima dell’Epifania. E hanno lavorato di giorno e di notte dando un grande contributo per arrivare alla riapertura ciclopedonale”.
Uno step importante a cui però deve fare seguito la riapertura totale del ponte, anche prima, se possibile, rispetto al 7 dicembre dichiarato dal numero uno di Rfi Maurizio Gentile nel corso proprio della cerimonia del 29 marzo. “Abbiamo perso un mese. Un mese che poteva servire per riaprire prima il ponte. Non stiamo parlando di una sciocchezza, ma di qualcosa che permetterebbe ai residenti di risparmiarsi qualcosa come 17 chilometri di viaggio in più al giorno. Particolari che cambiano la vita nella quotidianeità”.
“Vogliamo sapere perchè il cantiere è fermo”
Bergonzi è chiaro e diretto: “Non possiamo indicare un cronoprogramma di due anni e poi stare fermi per un anno e mezzo.E’ una situazione gravissima, che comporta uno spreco di risorse, anche per lo Stato”.
Il numero uno del Comitato ha precisato: “ Il commissario ha la nostra piena fiducia, fino a che però il cantiere lavora. Vogliamo sapere perché il cantiere si è fermato. A noi viene il dubbio che non ci sia o l’azienda appaltatrice non abbia la disponibilità del progetto esecutivo. Vogliamo solo che qualcuno ci risponda e ci chiarisca i motivi di questo fermo”.
Il “giallo” del progetto esecutivo
E’ da dicembre che il Comitato chiede di avere il progetto esecutivo, così come di creare un tavolo tecnico per discutere dei lavori al ponte San Michele. “Non abbiamo ricevuto risposte. Gli unici con cui parliamo sono quelli dell’azienda appaltatrice. Qualcuno in questo mese si è visto, ma solo a passeggiare sul ponte”. Non sono mancate le critiche agli amministratori e ai politici del territori, “pronti” solo a farsi immortalare in occasione delle cerimonie ufficiali. “E’ assurdo che ad interessarsi di noi sia solo un parlamentare di Genova, a cui chiediamo di potere smuovere la situazione”.
L’impegno di Traversi
Un impegno che Traversi, membro anche dell’osservatorio nazionale sulle povertà, intende onorare il prima possibile: “Sono consapevole dei disagi che stanno vivendo i pendolari e mi attiverò con Rfi per conoscere le ragioni di questo fermo delle attività lavorative. Ho saputo anche che con la rimozione dei parapetti a seguito della riapertura ciclopedonale, si sono purtroppo verificati le scorse settimane due episodi di suicidio dal ponte. Bisogna intervenire anche per mettere in sicurezza il ponte anche sotto questo punto di vista”.