LECCO – Gian Mario Fragomeli, deputato lecchese della Brianza, commenta così la risposta ricevuta all’interrogazione presentata alcune settimane fa per cercare di tutelare la situazione dell’accoglienza a Calolziocorte.
“A Calolziocorte continua il regolamento della ‘propaganda’, un’insieme di regole del Consiglio comunale che prevede la divisione del paese in zone rosse, dove non è possibile attrezzare centri di accoglienza per richiedenti asilo ritenuti fonte di pericolosità sociale, e in zone blu, dove invece è possibile richiedere al Comune un permesso in tal senso. A mio avviso, la cosa del tutto assurda e gravemente discriminatoria è che le zone cosiddette rosse sono quelle poste a 150 metri da scuole e stazioni ferroviarie e, ancora più assurdo, è che a Calolziocorte, un paese di circa 15 mila abitanti, i migranti richiedenti asilo siano solo diciotto, ossia lo 0,1 per cento della popolazione complessiva. Questa ‘orda’ che tanto preoccupa l’Amministrazione è composta da sette ragazzi maggiorenni con regolare contratto di lavoro, da un nucleo familiare – mamma, papà e un figlio piccolo – e da quattro mamme con quattro bimbi che vanno da zero a tre anni. Mi pare evidente che non vi sia alcun tipo di emergenza o di pericolosità sociale nell’accoglienza e nell’integrazione di queste poche persone. Al contrario, il Consiglio comunale di Calolziocorte e il Governo dovrebbero invece offrire un processo di integrazione – così come previsto in un Paese civile e democratico – e non un trattamento mortificante per mamme e bambini che già hanno sofferto abbastanza, e che vengono ora anche allontanati dai principali centri di integrazione sociale e culturale, ovvero le scuole. In ragione di ciò, e allo scopo di annullare tale regolamento, avevo chiesto al Ministro degli Interni l’applicazione dell’art. 138 del Tuel. La risposta, però, è stata negativa. A questo punto, quindi non mi resta che invitare gli esponenti di questo Governo a venire con me a Calolziocorte, in modo da poter verificare di persona lo stato delle cose. Non è possibile continuare a discriminare queste diciotto persone, giovani, donne e bambini, solo perché hanno una religione o un colore di pelle diversi dal nostro”.
Il consiglio comunale del 29 aprile
Ricordiamo che lo scorso 29 aprile, la questione del ritiro del regolamento è stata portata anche in consiglio comunale dalle due minoranze. Da parte della maggioranza ci sono state aperture e alla fine ha deciso di “congelare” il regolamento con l’impegno di costituire un tavolo di lavoro composto da diversi soggetti per ragionare sul tema dell’accoglienza e approntare un nuovo documento.