Circa 50 mila ore di straordinari e 25 mila giorni di ferie da recuperare
La denuncia dei sindacati: “Dipendenti allo stremo, qualità dei servizi a rischio”
LECCO – E’ scontro aperto tra lavoratori e azienda ospedaliera: le relazioni sindacali si sono interrotte nell’incontro che si è tenuto nei giorni scorsi in Prefettura ed è già stato annunciato per settembre uno sciopero a cui aderiranno ben sette sigle sindacali.
Le bandiere che capeggiano sulla scalinata del Manzoni di Lecco testimoniano agli utenti la grave situazione denunciata dai rappresentanti dei lavoratori. “In gioco – spiegano – non ci sono solo le condizioni a cui sono sottoposti i dipendenti dell’ASST di Lecco, ma il diritto alla salute”.
Per sindacati ed Rsu, il personale in organico è da tempo insufficiente per far fronte ad un’attività sanitaria che si è ulteriormente ampliata negli ultimi anni, mentre gli operatori in servizio sarebbero costretti a colmare le mancanze.
“Si sono accumulate montagne di ore straordinarie, circa 50.000 ore, solo in parte pagate e 25.000 giorni di ferie da recuperare – spiega Ercole Castelnovo, coordinatore delle Rsu – questi dati, significativi, raccontano una situazione drammatica che rischia di peggiorare la qualità dei servizi offerti al cittadino”.
Serve un piano di assunzioni anche per garantire il ricambio generazionale all’interno delle strutture ospedaliere lecchesi dove l’età media del personale è oggi superiore ai 50 anni, proseguono ancora i sindacati, “invece si ricorre ad infermieri e oss interinali per consentire ai dipendenti di andare in ferie”.
Più servizi, poco personale. Assunti interinali
I sindacati ricordano la recente riforma della sanità lombarda, che avrebbe dovuto rafforzare il rapporto tra strutture sanitarie e territorio, “invece a Lecco si è assistito ad un accentramento dei servizi, con l’acquisizione di competenze prima in campo all’ex Asl, come il Sert, il CPS ancora nello stabile indecoroso di Via Ghislanzoni, le vaccinazioni e servizi anche di tipo amministrativo come lo sportello di cambio medico” prosegue Castelnovo.
Anche per questo, dicono i sindacalisti, c’è maggiore affluenza di utenti all’ospedale e anche più difficoltà per gli stessi nel trovare un parcheggio nel silos, che anch’esso oggi appare insufficiente alle necessità di posteggio, così’ come si verificano disagi di accesso alla sede di via Tubi.
Le graduatorie per nuove assunzioni ci sono, ricordano i sindacati, “concorsi per oss e infermieri sono stati fatti ma la direzione preferisce rivolgersi al privato, esternalizzando il servizio” con interinali ma anche con società cooperative come nel caso dell’ortopedia ricorda Catello Tramparulo, segretario Fp Cgil.
Il ricorso al privato è stato fatto anche per garantire la sicurezza in Pronto Soccorso, con l’arrivo dei vigilantes “che però poco possono fare” spiega Paolo Garroni della sigla Nursind, facendo presente che il problema dei senzatetto che dormono al PS è tutt’altro che risolto.
Operatori stanchi e sotto pressione
“Una situazione lavorativa sostenibile è necessaria non solo per i lavoratori ma anche per i pazienti destinatari del servizio – è intervenuto Massimo Coppia della Uil Fpl – nel dicembre 2017 a seguito del lutto per la scomparsa di un collega presso l’ospedale Manzoni, si era chiesta l’apertura di uno sportello stress lavoro correlato. L’azienda ad oggi non ha dato una risposta”.
“Gli operatori sono stanchi e rischiano di non lavorare in sicurezza – ribadisce Monica Trombetta di Nursering Up – e chissà se in futuro anche il paziente sarà ancora in sicurezza”.
Duro anche il commento della USB: “Dall’ottobre 2017 ci lascia un lavoratore ogni giorno, questo è l’indicatore di disagio insopportabile – spiega Franco Scorzelli – la risposta, data dalla nostra direzione nell’incontro in Prefettura, è la decisione di ridurre il minutaggio di assistenza ai pazienti”.
Walter Tommasini di FSI ha ricordato la presenza di dipendenti che usufruiscono della Legge 104 o in handicap lavorativo di cui l’azienda ospedaliera deve tenere con tra le problematiche relative alla carenza di personale.
Invece, proseguono i sindacati, l’ASST al tavolo in Prefettura avrebbe annunciato la non sostituzione delle dipendenti che andranno in maternità.
A settembre lo sciopero, appello alle istituzioni
“Questo è l’inizio di un percorso e lo sciopero è uno strumento per raccontare ai cittadini quanto sta accadendo – spiega Giuseppe Leone della Cisl Fp – No bastano i ‘numerini’ della direzione dell’ASST che ritraggono un quadro totalmente diverso dalla realtà, noi chiediamo che di verificare sul campo qual è il bisogno effettivo nei reparti”.
“Non chiediamo solo condizioni migliori per i lavoratori, sta venendo meno il diritto alla salute pubblica e la politica deve interessarsi” dice Tramparulo della Cgil.
L’appello dei sindacati è rivolto agli esponenti politici impegnati nelle istituzioni. “E’ un grido di allarme sincero quello dei lavoratori – prosegue Castelnovo della RSU – verso la politica e verso i sindaci del territorio, in particolare il sindaco di Lecco. I nostri ospedali oggi forniscono ancora servizi di qualità grazie agli sforzi dei lavoratori, è importante per tutti che questa qualità venga preservata”.