Partecipata la serata allo spazio OtoLab a Rancio dedicata al Gerenzone
Presentata la versione restaurata dell’omonimo documentario di Sofia Ceppi Badoni
LECCO – “Con questa presentazione Officina Gerenzone intende concludere un percorso durato mesi ma allo stesso tempo avviare un’attività volta a promuovere e a valorizzare questa zona della città, la Valle del Gerenzone. Per ora questo laboratorio è quasi un’idea, ma con l’aiuto di chi lo vorrà potremmo farla diventare sempre più concreta”. Così Anna Nicolai martedì sera ha introdotto la serata che si è tenuta all’OtoLab di Rancio dedicata al documentario di Sofia Ceppi Badoni ‘Il Gerenzone’.
Tanti i cittadini che hanno partecipato all’evento, tra cui il sindaco Virginio Brivio e diversi membri dell’amministrazione comunale, oltre che i rappresentanti delle diverse associazioni e enti che hanno dato vita al laboratorio Officina Gerenzone: Legambiente Lecco, Conscious Host, Oto Lab, Dinamo Culturale, Les Cultures, Politecnico di Milano – polo di Lecco, Liceo Leopardi e Liceo Manzoni.
Un’opera, quella di Sofia Ceppi Badoni, definita come una vera e propria ‘eredità’ di quel glorioso passato industriale del rione di Rancio che ha tratto la sua ricchezza proprio dal fiume Gerenzone. Datato 1961 il documetario è stato ripreso e rinnovato nella parte audio, oramai rovinata, grazie al lavoro di tre giovani artisi, il videomaker Federico Videtta e i musicisti Giovanni Timpano e Giovanni Dell’Era. La narrazione è stata affidata invece alla voce dell’attore lecchese Alberto Bonacina.
Ad introdurre la visione è stata la sorella di Sofia, Marta Badoni: “Con Sofia ho avuto molti scambi, in questo progetto in particolare io ho svolto il ruolo di ‘portaborse’ ma seguirla nel suo lavoro mi rendeva felice – ha ricordato con emozione – lei era una grande amante del cinema, appassionata e con un occhio davvero attento è riuscita a regalarci un piccolo capolavoro da conservare con cura. Con l’audio ‘restaurato’ sono felice di presentarvelo”.
In 27 minuti il documentario ritrae le fabbriche e le officine metallurgiche e la vita quotidiana che si sviluppavano lungo il fiume Gerenzone. “Per riprodurre i suoni originali delle lavorazioni abbiamo chiesto il contributo ad alcune aziende del settore che si sono rese disponibili. In particolare abbiamo ripreso la lavorazione del rame e il suono del maglio ad acqua all’opera” ha spiegato Federico Videtta.
Dopo la proiezione è stato proposto un breve dibattito sul documentario e sul valore storico, ambientale e turistico del Fiume Gerenzone. La serata è stata allietata dalla musica di Ranieri “Ragno” Fumagalli e il suo “Baghet”, la cornamusa tradizionale delle Prealpi lombarde, mentre nello spazio espositivo è stato allestito un percorso fotografico a cura degli studenti del Liceo Manzoni, Leopardi e del Politecnico di Milano – Polo Territoriale di Lecco.
Unico ‘neo’ di una serata apprezzata è stato l’arrivo, poco dopo l’inizio della proiezione, della Polizia Municipale in via Mazzucconi: come appreso, la pattuglia sarebbe stata chiamata per le auto parcheggiate in divieto di sosta che, soprattutto all’inizio di via Don Bosco (salendo dalla Pizzeria Marylin) avrebbero ostacolato il transito del pullman. Non è la prima volta che la Polizia Locale interviene per sanzionare i mezzi in divieto di sosta in un rione che, come molti altri, è afflitto dal problema della scarsità di parcheggi.
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