Migliaia di persone alla processione del ‘Senor de los milagros’
Il prevosto: “La vostra presenza è segno della nostra fede”
LECCO – Oltre tremila fedeli di origine peruviane si sono riuniti questa mattina a Lecco per le celebrazioni del “Señor de los milagros”, tradizionale processione diocesana.
Le origini del culto affondano le radici nel lontano 1655, quando, nel mese di novembre, un forte terremoto distrusse la città di Lima. Nella catastrofe, secondo quanto tramandato, si salvò solo il muro di una stanza nel quartiere di Pachacamilla dove era dipinta un’immagine del Señor de los milagros (tradotto, ‘Il Signore dei Miracoli’). Da qui deriva la speciale devozione a questa immagine, portata in processione dai fedeli.
La migrazione dei peruviani ha fatto si che questa sentita ricorrenza venisse ‘esportata’ in tutto il mondo: nel 2015 la Diocesi di Milano dispose che la processione si tenesse a turno in diverse città ambrosiane. Quest’anno la scelta è ricaduta proprio su Lecco.
I tantissimi fedeli si sono radunati domenica mattina presso l’Oratorio di Pescarenico, in via Guado, dove si sono tenuti i saluti di Mons. Davide Milani, prevosto di Lecco, don Alberto Vitali, responsabile diocesano della pastorale dei migranti e delle autorità cittadine. Verso le 12 la processione è partita.
La statua del Signore dei Miracoli (2 tonnellate di peso, trasportata in spalla, a turni, da 30 fedeli) da Pescarenico raggiungerà la Basilica di San Nicolò dove nel pomeriggio è prevista la Santa Messa. Durante la processione canti, preghiere, momenti di lettura, per una giornata all’insegna della fede.
“Siamo contenti e onorati di ospitare nella nostra città un evento così importante che non va rilegato alla sola comunità cattolica ma ritengo prezioso per tutta la comunità civile. Vorrei ringraziare la Polizia Locale e tutte le forze dell’ordine per il presidio durante lo svolgimento del corteo” ha commentato il vicesindaco di Lecco Francesca Bonacina.
“Questa devozione – ha aggiunto Mons. Milani – mi ha colpito sin da subito. In una città distrutta dal terremoto solo un muro si è salvato, ed aveva dipinta l’immagine di Gesù. Allora oggi, in un tempo in cui tante cose stanno cadendo, ribadiamo che il muro con Gesù sta in piedi e su questo muro ricostruiamo le famiglie, l’educazione, la Chiesa, la società. Oggi voi siete qui e siete segno delle nostra fede e ci ricordate che la tolleranza è bella, che mischiandoci tutti ci guadagniamo. Buona preghiera a tutti”.
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