Il sindaco di Oggiono, Chiara Narciso, racconta il primo anno alla guida del Comune
“L’orgoglio di quei giorni è rimasto, le difficoltà non sono mancate in queste settimane ma abbiamo saputo reagire”.
OGGIONO – Un anno fa, la sua vittoria ha portato il centrosinistra di nuovo alla guida della città di Oggiono, un trionfo controcorrente rispetto alle previsioni che davano la Lega forte sull’onda del successo nazionale. Un anno dopo, Chiara Narciso ripercorre il momento della vittoria e dei 365 giorni che ne sono seguiti, tra emozioni e difficoltà legate soprattutto a questi ultimi mesi di emergenza sanitaria che ha coinvolto anche il paese brianzolo.
Ricorda come ha vissuto il giorno dell’elezione?
“E’ stata un’emozione intensissima. Se ripenso al momento in cui sono entrata nell’atrio della scuola e ho capito di aver vinto, ricordo l’esplosione di gioia per tutto l’impegno che era stato messo, per l’obiettivo raggiunto e la soddisfazione di aver riportato ad amministrare la città il gruppo di cui faccio parte da 15 anni. E’ stato bello poter ripagare la fiducia che mi era stata data da chi ha sostenuto la mia candidatura a sindaco”.
Un anno dopo, sono cambiati quei sentimenti o sono rimasti gli stessi?
“L’orgoglio, la soddisfazione e la passione con cui mi sono approcciata a questo incarico sono rimasti gli stessi. All’indomani dell’elezione sono iniziate le responsabilità, l’impegno, la voglia di imparare ma anche i pensieri, cerchi di essere sempre all’altezza del ruolo che rivesti. E’ stato un anno molto intenso dal punto di vista pratico ed anche emotivo. Essere sindaco richiede un impegno costante e continuo, culminato in questi difficili mesi per l’emergenza sanitaria. E’ un impegno totalizzante, non solo per me ma anche per i miei familiari. Devo ringraziare molto mio marito e le mie figlie che mi seguono negli impegni pubblici, mi sostengono. E’ una scelta che cambia la vita a tutta la famiglia”.
Come vive il rapporto con i cittadini?
“E’ linfa vitale per un amministratore, va curato e salvaguardato. Non bisogna mai pensare che, una volta arrivati, non ci si debba più confrontare. Occorre sviluppare la capacità di prendere decisioni, a volte anche impopolari. Tengo sempre presenti quei valori che mi hanno spinto a candidarmi e mi faccio guidare da quegli ideali: il bene comune, la solidarietà anziché la posizione dei singoli che a volte può essere in contrasto con l’interesse della collettività”.
Come è stato approcciarsi alla macchina amministrativa?
“Sono stata avvantaggiata dalla mia professione di tecnico comunale nel settore dei lavori pubblici. Conoscevo già i meccanismi e questo mi ha aiutato molto. Da tecnico ero abituata a vedere la complicazione di quello che era il mio ambito di lavoro, ora lo sguardo è a 360 gradi sull’amministrazione. Avendo già avuto modo di lavorare in municipio, è importante per me avere ben chiaro qual è il confine tra ruolo tecnico e ruolo politico, il primo di gestione e il secondo di programmazione. Credo molto nella collaborazione, nel lavoro di squadra ed è questo che ho cercato di portare avanti”.
Quali sono stati i progetti e le iniziative che siete riusciti a realizzare nel primo anno di mandato?
“Dal punto di vista culturale e degli eventi eravamo partiti molto bene, con il lavoro dell’assessore Corti abbiamo portato avanti alcune scelte e collaborazioni, anche in ambito sportivo, con le realtà cittadine. Abbiamo lavorato ad una rete di relazioni che potesse portare a frutti condivisi. Questo periodo di emergenza non ci ha aiutato e tanti progetti si sono fermati, ci sarà modo di realizzarli più avanti. Abbiamo puntato molto sulla scuola e il sostegno allo studio, con un’iniziativa che ora prosegue in modalità on line. Stiamo avviando una serie di lavori finalizzati all’abbattimento delle barriere architettoniche, un tema che ci sta particolarmente a cuore. Abbiamo tanti progetti che per concretizzarsi hanno bisogno di un orizzonte temporale più ampio. Ora, dopo il lockdown, le energie sono concentrate sulla ripartenza e sulla riorganizzazione dei servizi, a ripensare ciò che c’era in passato e che deve svolgersi in modalità differenti come i centri estivi, la scuola, la biblioteca, il mercato… La ripartenza è frutto di impegno e atti amministrativi, a discapito di altri progetti che, in condizioni normali, avremmo potuto realizzare. Questo periodo non fermerà comunque il nostro programma e ci sarà modo di proseguire appena le condizioni lo permetteranno”.
Quale è stato il momento più bello e quale il momento più difficile di questo primo anno da sindaco?
“I più difficili sono stati sicuramente i primi giorni dell’emergenza Covid, quando bisognava decidere le misure da prendere, se sospendere la sfilata di Carnevale… decisioni che oggi, col senno di poi, sembrano scontate ma in quei giorni di incertezza non lo erano. Ancora, quando abbiamo avuto notizia del primo caso in contagio in paese e i lutti che sono seguiti, le difficoltà di non poter celebrare i funerali dei concittadini defunti. E’ stato emotivamente molto pesante. Allo stesso tempo ho sentito la vicinanza delle persone, le chiamate di ringraziamento da parte dei cittadini, l’affiatamento che si è creato con i sindaci dei Comuni vicini, ci siamo spalleggiati a vicenda nelle settimane più dure e spero che questo rapporto non vada mai perso e si continui a condividere oltre i propri confini comunali. Credo tutto questo, nelle difficoltà, sia stato qualcosa di bello”.
Come ha reagito la comunità di Oggiono all’emergenza sanitaria del Coronavirus?
“Credo abbia reagito bene, sicuramente con paura in alcuni momenti, soprattutto all’inizio, però l’abbiamo superata e adesso c’è tanta voglia ricominciare”.