Cava del Magnodeno, le criticità rilevate dal Comune. “In futuro un bosco urbano”

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“Salviamo il Magnodeno? Nessuno vorrebbe il contrario”. Oggi la Conferenza dei Servizi

Il Comune aveva avanzato le proprie osservazioni, la risposta di Unicalce considerata “non adeguata”

 

LECCO – “Salviamo il Magnodeno? E’ una domanda per noi retorica, nessuno vorrebbe il contrario” ha esordito così l’assessore Renata Zuffi, delegata all’Ambiente, intervenendo durante la commissione consiliare riunita alla vigilia della Conferenza dei Servizi che discuterà sull’istanza di ampliamento della cava presentata da Unicalce.

Il Comune ha già avanzato alla Provincia una richiesta di sospensione della decisione autorizzativa per effettuare un maggiore approfondimento.

“Parliamo di un piano cave provinciale, di approvazione regionale, con volumi di coltivazione pari a 8 milioni di metri cubi di cui 4 già autorizzati, 2 già escavati e altrettanti ne saranno escavati entro il 2024 – ha ricordato l’assessore – la richiesta ulteriore di volumi da autorizzare avanzata da Unicalce è pari a 2,8 milioni, comprendendo anche il materiale di scarto. La somma totale (che non è detto che si raggiunga) sarà di 7,6 milioni di metri cubi”.

“Nella Conferenza di Servizi è già stato impostato un processo che questa amministrazione cercherà di mettere in atto, per un cambiamento vero” ha sottolineato l’assessore.

L’assessore Renata Zuffi

Nella riunione tra gli enti interessati dal procedimento, prevista per oggi, il Comune di Lecco rimarcherà le proprie osservazioni, già avanzate nei mesi scorsi ad Unicalce, a cui la società ha risposto a gennaio con le proprie controdeduzioni, che il municipio però ha ritenuto “non adeguate” come spiegato dalla dirigente comunale, l’ing. Chiara Brebbia:

“Il 22 luglio scorso avevamo evidenziato problematiche di tipo idrogeologico e idraulico che nelle integrazioni della società non hanno trovato un quadro sufficientemente caratterizzante del contesto del Magnodeno e del torrente Tuff – ha spiegato la dirigente – Sul fondo del bacino di cava si crea una vasca di laminazione il cui livello di permeabilità viene aumentato attraverso attività di preminaggio e lo svuotamento della vasca viene aiutato da un sistema di pompaggio delle acque residue nel torrente Tuff. Nella relazione che ci è stata presentata non ci sono precisazioni rispetto al punto esatto di scarico né il dettaglio delle acque scaricate e nemmeno l’analisi della capacità idraulica del corpo idrico ricettore”.

“Al termine dell’attività escavazione – ha aggiunto il dirigente comunale – questo sistema di pompaggio verrebbe rimosso e un cattivo smaltimento delle acque potrebbe creare un’interferenza o un condizionamento rispetto alla destinazione finale che il Comune può desiderare sulla cava”.

 

Rispetto al recupero finale dell’area, sono due le possibilità prospettate dalle normative: un intervento che enfatizzi l’artificialità del luogo, ovvero con una riqualificazione che sfrutti le caratteristiche della cava, oppure un ripristino che possa assorbire la ‘ferita’ lasciata in anni di escavazione.

Per l’amministrazione comunale, il Magnodeno e l’area della cava in futuro potrà diventare “un bosco urbano, a sistema rispetto alla città, affinchè quella zona possa avere la valorizzazione che merita – ha detto l’assessore Zuffi – La Conferenza dei Servizi ci permette di chiedere un ulteriore adeguamento alle nostre richieste e all’idea che porteremo avanti, soprattutto nel prossimo decennio quando il Comune sarà protagonista della partita. Saremo autorevoli se avremo un vero progetto da portare avanti”.

“La richiesta di sospensione che abbiamo avanzato non è un modo per non decidere, al contrario – ha concluso l’assessore – vuole permetterci di avere ancora del tempo per definire meglio cosa questa amministrazione si aspetta”.

La Conferenza dei Servizi rinvia la decisione

In mattinata si è svolta la seconda riunione della Conferenza il cui esito è stato reso noto nel pomeriggio in una comunicazione della Provincia:

“Nel corso della conferenza, che ha preso in esame gli aggiornamenti e le valutazioni dei soggetti convocati, è emersa l’esigenza di approfondire i documenti pervenuti; pertanto la riunione è stata aggiornata a una successiva data nel rispetto dei termini procedimentali – spiega la nota della Provincia – Per quanto riguarda la programmazione dei lavori della Conferenza di servizi, i soggetti competenti al rilascio di autorizzazioni, pareri, intese, concerti, nulla osta o altri atti di assenso relativi al progetto si esprimeranno nella seduta della Conferenza di servizi che la Provincia di Lecco convocherà, nel rispetto dei tempi stabiliti, a seguito degli approfondimenti predetti”.