Jet precipitato. Il pilota sopravvissuto è tra i migliori “top gun” al mondo

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Il Jet Aermacchi M346, come quello precipitato sul monte Legnone (foto Leonardo)

Giampaolo Goattin, 53 anni, si è salvato dal tragico schianto del jet sul Legnone

Già nell’Aeronautica Militare, oggi collaudatore per Leonardo, nel 2001 era stato nominato pilota dell’anno

COLICO – Lo hanno tratto in salvo su uno sperone dove è atterrato con il suo paracadute dopo essersi eiettato dall’aereo, pochi attimi prima che il jet su cui viaggiava si schiantasse contro la montagna: Giampaolo Goattin, pilota collaudatore 53 anni di origine veronese, è uscito quasi indenne dal drammatico incidente aereo accaduto in mattinata sul monte Legnone.

E’ stato trasportato in ospedale con  traumi non gravi dovuti all’impatto con la parete rocciosa ma se la caverà. Il suo compagno di volo, pur lanciandosi anch’esso in tempo dal velivolo, non è invece sopravvissuto all’atterraggio di fortuna sul versante della montagna, la più alta delle vette nel lecchese (vedi articolo).

Pilota esperto, originario di Verona ma residente nel torinese, Giampaolo Goattin è stato per oltre vent’anni nell’Aeronautica militare italiana, dal 1986 fino al 2007 quando poi ha iniziato il suo incarico come pilota collaudatore in Leonardo, ex Finmeccanica, azienda di aeronautica e sicurezza controllata al 30% dal Ministero della Difesa.

Durante la sua lunga esperienza come pilota militare era stato per due anni negli Stati Uniti, in Arizona, nell’ambito di un programma di addestramento congiunto partecipato da piloti provenienti da diversi Paesi della Nato.

Proprio in questa occasione il maggiore Goattin, allora 34enne pilota istruttore di F-16, aveva ottenuto diversi successi, dal titolo di “pilota di caccia del mese” fino all’ambito “Flight Commander of the year’” riconoscimento prestigioso che fino ad allora non era mai stato assegnato ad un pilota che non fosse statunitense. Infine, il premio “Top Gun” per i risultati ottenuti nelle esercitazioni di attacco aria-suolo.

Forse proprio la sua lunga esperienza, e la buona sorte, gli hanno permesso di riuscire a salvarsi dal drammatico schianto sul monte lecchese.

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