LECCO – Pare non esserci limite alla crudeltà umana, eppure ogni volta essa sembra scoprire strade inedite per stupire amaramente la comunità: perché non può che essere definito “senza cuore”, il gesto di chi ha fatto trovare un piccione impiccato con un fil di ferro, nei pressi del canile comunale di Lecco, lo scorso lunedì.
Non sappiamo se il povero volatile sia stato ucciso dal suo stesso carnefice, oppure se sia stato raccolto da terra già morto e poi così malignamente umiliato, sta di fatto che la macabra esposizione dello sventurato pennuto (oltre ad evocare pena e tristezza per la misera sorte dello stesso) entra a far parte di un’enigmatica quanto preoccupante serie di accadimenti che stanno coinvolgendo da vicino il canile lecchese.
Per ripercorrere la storia con ordine, dobbiamo tornare indietro di almeno un mese, quando all’ingresso del rifugio per cani sono iniziati a comparire chili e chili di pane; da quanto emerso sembra sia capitato in più occasioni che cittadini abbiano portato sacchetti di pane ai volontari che si occupano della struttura, per aiutarli nell’accudire i loro ospiti a quattro zampe, ma mai così tante pagnotte tutte in una volta.
Pian piano è iniziato ad accumularsi ogni genere di prodotto, alimentare o di vestiario, tanto da trasformare l’entrata del canile in una piccola discarica a cielo aperto, attirando decine e decine di piccioni, soddisfatti del facile banchetto.
I responsabili della struttura, invece, non hanno ringraziato per l’improvvisa “generosità” , anzi hanno richiamato i presenti avvisandoli di non depositare nulla al cancello, ma di consegnare gli alimenti direttamente nelle loro mani. Nei giorni seguenti, però, l’abbondante e ignota valanga di pane ha proseguito il suo corso.
Tutto ciò, oltre che ai responsabili del canile, ha probabilmente destato l’antipatia di altrettanto ignoti personaggi, che hanno deciso di “tappezzare” il cortiletto antistante di bustine topicida: ad accorgersene di quanto stava accadendo è stato uno dei volontari, che ha notato dei piccoli cartoncini fosforescenti sparsi qua e la per la corte.
Nemmeno il tempo di rimuovere i pericolosi bigliettini, che dal cielo sono iniziati letteralmente a piovere piccioni: molti volatili, attirati dall’odore delle trappole, le hanno infatti ingerite trovando velocemente la morte. Alcuni di essi sono precipitati nelle gabbie dei cani, i quali non si sono fatti scrupoli nello sbranare i piccioni avvelenati; la situazione si è quindi fatta un pericolo potenziale per gli stessi ospiti del canile.
Così, i dirigenti del complesso hanno deciso di chiamare la Guardia Forestale per far analizzare le bustine insieme ad alcuni anomali bocconi di cibo, e cercare una conferma ai loro sospetti.
La vicenda si è fatta ancor più angosciante la scorsa settimana, con il già citato ritrovamento del piccione impiccato lungo il viale che costeggia la superstrada, proseguendo su via Rosmini. La sera stessa i responsabili hanno contattato la Questura di Lecco, sporgendo denuncia contro ignoti.
Ora è da capire se quanto accaduto sia parte di una trama tessuta da una mente non certo “ordinaria”, oppure se si tratta di singoli casi che, insieme, hanno creato l’assurda circostanza. Di certo,tutto ciò, ha complicato il già difficoltoso lavoro dei volontari.