Dopo la dismissione degli impianti da sci: spazio a scialpinisti, ciaspolatori, escursionisti e mountain biker
Legambiente: “Ripensare il turismo invernale. Basta con l’uso smodato dell’innevamento artificiale e dei bacini ormai esauriti”
MOGGIO – Legambiente ha presentato in questi giorni il dossier “Nevediversa 2023 – Il turismo invernale nell’era della crisi climatica”, proprio al termine di un anno, il 2022, entrato nella storia della climatologia italiana ed europea come un anno tra i più estremi mai registrati in termini di caldo e deficit di precipitazioni, e in particolare in Italia si è rivelato il più caldo e siccitoso nella serie climatica nazionale, iniziata nel 1800 e gestita dal Cnr-Isac di Bologna.
Il cambiamento climatico sta avendo un forte impatto sulle destinazioni turistiche invernali a bassa e media quota. La durata del manto nevoso nell’anno si è accorciata e le temperature medie innalzate, con una prospettiva al 2050 di 3 gradi in più. Nell’inverno 2022-2023 l’aumento più elevato delle temperature medie è stato misurato nei comuni di Aprica e Teglio, entrambi in provincia di Sondrio: ben 3,9 gradi.
Questo quadro spinge le località sciistiche all’utilizzo dei cannoni sparaneve, con costi stimati per l’innevamento di un km di pista che possono raggiungere anche i 45.000 euro a stagione, consumi di energia e di acqua notevoli perché con un metro cubo d’acqua si producono circa due metri cubi di neve artificiale. Non ultimo ha un impatto ambientale: nei luoghi ad innevamento meccanico è stato riscontrato un ritardo dell’inizio dell’attività vegetativa fino a 20-25 giorni rispetto alla media, a causa della maggior permanenza al suolo delle lenti di neve artificiale, più compatta e pesante di quella naturale.
E’ quanto emerge dalla pubblicazione del dossier Nevediversa 2023: “In una regione che conta il 41% della superficie montuosa, i lombardi hanno riscoperto la montagna e gli sport alpini puntando su un turismo lento e rispettoso che, se valorizzato da politiche mirate, può diventare un fattore competitivo per il territorio, soprattutto alla luce della crisi che il comparto sciistico sta vivendo, promuovendo i paesaggi, le risorse culturali, naturalistiche, gastronomiche che rendono inimitabile ogni località alpina – sottolinea Lorenzo Baio, vicepresidente e responsabile settore acqua di Legambiente Lombardia –. Lo scenario di inverni sempre più secchi e l’innalzamento delle temperature rendono necessario ripensare il turismo invernale e valorizzare realtà che già da tempo promuovono alternative al costoso e impattante business dello sci da discesa, ponendo un freno all’uso smodato dell’innevamento artificiale e dei bacini e dicendo stop alla proliferazione di impianti all’interno delle aree protette e dei siti Natura 2000″.
In Lombardia sono 23 gli impianti che risultano dismessi, per assenza cronica di neve, fallimenti, crisi economica, fine “vita tecnica” delle strutture poi non rinnovate e 5 temporaneamente chiusi, ma dal futuro incerto. Queste installazioni spesso lasciano sul territorio ruderi delle stazioni di partenza e arrivo, piloni in cemento armato abbandonati, cavi in acciaio non rimossi, nel dossier sono citati tra gli altri lo skilift sul Monte San Primo nel Comune di Bellagio (CO) fermo dal 2013; lo skilift sul Monte Tesoro nel Comune di Carenno; lo skilift sull’Alpe Paglio nel Comune di Casargo e l’ex Albergo degli sciatori a Moggio (“un eco-mostro costruito nel 1975 e dal 2019 in vendita”).
Il dossier Nevediversa 2023 (che riserva, tra l’altro, anche una parte al capitolo Olimpiadi Milano-Cortina 2026 e al progetto europeo “Beyond Snow”) racconta anche storie di riconversione e buone pratiche di un turismo soft e più sostenibile. Tra le iniziative segnalate spiccano i Piani di Artavaggio: “Dove nel 2007 l’amministrazione comunale acquistò la proprietà degli impianti abbandonati negli anni 2000 per mancanza di neve, riattivò la funivia, ma fece smantellare i vecchi impianti in quota. Da allora sono aumentati gli sciatori con le pelli di foca e i ciaspolatori in inverno, i camminatori e i mountain biker d’estate”.
“E’, però, fondamentale stimolare un cambiamento di stile del turismo invernale anche nei fruitori che provengono dalle città – conclude Legambiente -. Questo è l’obiettivo della campagna Nevediversa di Legambiente, che ogni anno organizza appuntamenti come ciaspolate, passeggiate e incontri per promuovere un turismo lento e sostenibile che, se valorizzato da politiche mirate, può diventare un fattore competitivo per il territorio”.
Tra gli appuntamenti si ricordano: venerdì 10 marzo a Lecco presentazione del libro “Inverno liquido” alle 20.45 in sala Don Ticozzi (via Ongania, 4), serata promossa dal Cai in collaborazione con Legambiente e WWF. Domenica 12 marzo ai Piani di Artavaggio una passeggiata promossa dai circoli di Legambiente Lario Orientale e Lecco, con ritrovo alle ore 10.50 a Moggio e pranzo in rifugio.