Su alcune cabine telefoniche sono comparsi avvisi con la data di dismissione
AGCOM ha annunciato la rimozione di tutte le postazioni telefoniche in Italia entro la fine dell’anno
LECCO – “Questa postazione sarà dismessa dal (inserisci data)”. Degli avvisi hanno fatto capolino sulle vetrate delle cabine telefoniche lecchesi. I più attenti, forse, li avranno notati, anche se ormai queste installazioni passano quasi inosservate, rappresentanti di un passato che ancora resiste ma ha lasciato il palcoscenico alla modernità, dominata dallo smartphone.
Da quando AGCOM (Autorità Garante per le Comunicazioni) ne ha però annunciato lo smantellamento entro la fine del 2023 in tutta Italia, ritenendo che TIM non sia più obbligata a garantire il servizio pubblico, le cabine hanno ritrovato visibilità, l’ultima, prima del saluto definitivo. Rimarranno infatti solo postazioni telefoniche negli ospedali, nelle caserme e nelle carceri (luoghi di interesse sociale) o nei posti dove la copertura della rete mobile non arriva, come i rifugi.
Dall’1 settembre non ci sarà più la cabina telefonica in via Tonale a Lecco, di fronte alla Camera di Commercio. A Merate, in piazza Giulio Prinetti, ancora prima, il 20 agosto. E questo solo per citarne un paio: tante altre subiranno, tardi o presto, la stessa sorte.
Stando a quanto riportato sul sito della TIM, le cabine telefoniche a impianto stradale in provincia di Lecco pronte a essere rimosse sarebbero 18: due ad Airuno, una a Barzanò, una a Brivio, due a Calolziocorte, una a Carenno, una a Casatenovo, una a Cernusco Lombardone, una a Garlate, una a Imbersago, una a Malgrate, due a Merate (inclusa quella in piazza Giulio Prinetti), una a Oggiono, una a Olgiate Molgora, una a Paderno d’Adda, una a Valmadrera e una a Verderio.
Tra le attive invece se ne segnalano tre a Colico, una a Lierna, una a Primaluna e dodici a Lecco, anche se in realtà quella di via Tonale sta per essere smantellata, e con lei non è escluso che anche altre in città riportino simili avvisi.
Passeranno anche inosservate, ma il vuoto che lasceranno le cabine telefoniche simboleggerà pur sempre un pezzo di storia della comunicazione che se ne va. Uno spazio dove, senza saperlo, si stava costruendo una piccola rivoluzione nel nostro modo di interfacciarci con gli altri e sviluppare i rapporti interpersonali. Così intimo e privato, protetto dalle pareti di vetro, ma anche condiviso con incroci, piazze e vie di paesi e città, che non saranno più gli stessi. Un vuoto che non sarà solo fisico, ma anche culturale.