Accesso a Internet in Italia: nel 2023 il 91,9% delle famiglie si è connesso

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Dati forniti dall’Istat nell’indagine “Competenze digitali e caratteristiche socio-culturali della popolazione”

Ancora evidenti i divari socio-economici e le differenze territoriali

LECCO – In Italia, nel 2023 il 45,7% delle persone tra i 16 e 74 anni che ha usato Internet negli ultimi tre mesi, ha competenze digitali almeno di base. Il 61,7% dei ragazzi tra i 20 e i 24 anni residenti in Italia, ha competenze digitali almeno di base. Percentuali che decrescono rapidamente con l’età per arrivare al 42,2% tra i 55 e i 59enni e attestarsi al 19,3% tra le persone in un’età compresa tra i 65 e i 74 anni.

Questi i dati forniti dall’Istat nell’indagine “Competenze digitali e caratteristiche socio-culturali della popolazione” (inserito in una più ampia indagine denominata “Aspetti della Vita Quotidiana”), dalla quale sono emersi, come sottolinea l’Istat stesso, “forti divari”.

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L’accesso a Internet nelle famiglie italiane: uno sguardo al 2023

Secondo i dati più recenti, nel 2023, l’accesso a Internet nelle famiglie italiane ha raggiunto il 91,9%, mantenendo un tasso vicino alla media europea. Tuttavia, se si considerano tutte le famiglie, senza discriminare per età, la percentuale scende leggermente al 84,1%, con un divario di oltre il 5% tra il Centro-nord e il Mezzogiorno.

Le regioni con le maggiori percentuali di accesso a Internet sono la Lombardia, il Trentino-Alto Adige e il Lazio. La dimensione demografica dei comuni continua a influenzare significativamente l’accesso, con i centri urbani delle aree metropolitane che superano la media nazionale.

Tuttavia, c’è una differenza notevole nell’accesso tra le famiglie con solo anziani e quelle con minori o senza minori. Solo poco più della metà delle famiglie composte esclusivamente da anziani ha accesso a Internet da casa, rispetto al 98,6% delle famiglie con minori e al 93,6% di quelle senza minori ma con componenti di diverse età.

Il livello di istruzione dei membri della famiglia è anche un fattore determinante, con il 97,8% delle famiglie con almeno un laureato che ha accesso a Internet da casa, rispetto al 59,8% delle famiglie con un massimo di licenza media.

Le principali ragioni per la mancanza di accesso includono la mancanza di competenze nell’utilizzo di Internet e l’alta percezione di costo. Mentre tra le famiglie composte esclusivamente da anziani la mancanza di capacità di utilizzo è il motivo principale, per le altre tipologie familiari è più frequente il motivo economico, legato all’alto costo degli strumenti o del collegamento.

Ancora differenze sociali e territoriali nell’uso di Internet

Nel 2023, quasi l’80% della popolazione italiana di 6 anni e più ha utilizzato Internet nei tre mesi precedenti, con oltre due terzi che si connettono giornalmente. Tuttavia, le differenze nell’uso di Internet persistono, con i giovani e gli adulti che adottano l’uso più frequentemente rispetto agli anziani.

L’incremento complessivo nell’uso di Internet è del 2% rispetto all’anno precedente, soprattutto tra la popolazione adulta e anziana, con picchi tra i 55-59enni e gli over 75.

Anche le differenze di genere sono evidenti, con gli uomini che utilizzano Internet più delle donne, soprattutto tra gli anziani.

Inoltre, esiste un divario territoriale significativo, con il Sud che mostra un ritardo rispetto al Nord e al Centro, evidenziando uno scarto di oltre 6 punti percentuali.

Il livello di istruzione continua a essere un fattore chiave, con una correlazione positiva tra istruzione e utilizzo di Internet. Tuttavia, le differenze socio-economiche si stanno riducendo, con una diminuzione delle disparità tra dirigenti e operai rispetto all’anno precedente.

Il Paese è indietro nelle competenze digitali rispetto agli obiettivi 2030

Il monitoraggio delle competenze digitali dei cittadini europei, avviato nel 2021, si basa su un indicatore composito che misura le abilità relative all’uso di Internet nei cinque domini definiti dal Digital Competence Framework 2.0. L’obiettivo entro il 2030 è che l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni possieda competenze digitali almeno di base.

In Italia, nel 2023, solo il 45,7% dei cittadini raggiunge questo standard, mentre a livello europeo la percentuale è del 55,5%. Si evidenziano forti divari legati alle caratteristiche socio-culturali della popolazione: il 61,7% dei giovani tra i 20 e i 24 anni possiede competenze digitali di base, ma questa percentuale diminuisce rapidamente con l’età, arrivando al 19,3% tra le persone di 65-74 anni.

Le differenze di genere sono evidenti, con un divario a favore degli uomini che si manifesta soprattutto nelle fasce d’età più avanzate. Le competenze digitali sono fortemente correlate al livello di istruzione e alla posizione occupazionale, con gli operai che mostrano i livelli più bassi.

A livello regionale, emergono disparità significative, con il Centro-nord che supera il Mezzogiorno, ad eccezione della Sardegna. Le regioni con le percentuali più elevate sono la Provincia Autonoma di Trento, la Lombardia, il Lazio e l’Emilia Romagna, mentre Calabria e Campania sono le più indietro.

Sicurezza Internet
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Limitate competenze digitali nel dominio sicurezza

Un’analisi approfondita delle competenze digitali dei cittadini italiani rivela una carenza significativa nel dominio della sicurezza digitale. Tra coloro che hanno utilizzato Internet negli ultimi tre mesi, solo il 27,9% possiede competenze avanzate in questo ambito, mentre un impressionante 26,8% non ha alcuna competenza digitale nella creazione di contenuti digitali.

Se confrontiamo i dati del 2023 con quelli del 2021, emerge un decremento del 1,3% nelle competenze avanzate di sicurezza digitale. Al contrario, si registra un aumento nelle altre dimensioni, soprattutto nella comunicazione e nella risoluzione di problemi.

Anche all’interno di ciascun dominio, emergono disparità legate al genere, all’età, al livello di istruzione e all’occupazione. Tuttavia, in domini come la comunicazione e la collaborazione, o l’alfabetizzazione sui dati, i divari di genere sono minimi.

Un terzo degli over 14enni ha scaricato o stampato moduli dai siti web della PA

Secondo l’Indagine ICT, un terzo degli italiani di 14 anni e più ha utilizzato Internet per interagire con la Pubblica Amministrazione nel 2023. Questo coinvolge attività come il download o la stampa di moduli dai siti web della PA, il prenotare appuntamenti presso ambulatori o biblioteche, o con funzionari pubblici.

Tuttavia, rispetto all’anno precedente, si osserva una riduzione del 12,1% nel download di moduli e del 9,3% nelle prenotazioni online. Questa diminuzione può essere attribuita alla fine delle prescrizioni legate alla pandemia da Covid-19.

Alcune attività rimangono stabili, come la ricerca di informazioni sui servizi pubblici online e l’uso dei servizi di e-government per pratiche come richiesta di certificati o iscrizioni scolastiche. Queste attività sono particolarmente popolari tra le persone di 35-44 anni e quelle residenti nel Centro-nord.

Spid Logo

Più di quattro persone su 10 over15 utilizzano SPID o CIE

Secondo i dati della Rilevazione ICT del 2023, più del 40% degli individui di 15 anni e più ha utilizzato l’identità digitale, come SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) o CIE (Carta d’Identità Elettronica), nei 12 mesi precedenti l’intervista. Questo strumento è stato impiegato per accedere a servizi online forniti dalla Pubblica Amministrazione, gestori di servizi pubblici, aziende e organizzazioni no profit.

In particolare, circa un terzo ha utilizzato l’identità digitale per accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione o dei gestori di servizi pubblici nazionali, mentre una percentuale più bassa l’ha utilizzata per servizi forniti da aziende, imprese o organizzazioni no profit, e ancora meno per servizi esteri.

L’uso dell’identità digitale è più diffuso tra i residenti del Centro-nord e nei Comuni centro delle aree metropolitane, rispetto al Mezzogiorno e ai piccoli Comuni.

Acquisti Shop Online
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Una persona over14 su due effettua acquisti online

Un particolare aspetto dell’uso di Internet nella vita quotidiana è il commercio elettronico. Nel 2023 il 49,7% della popolazione di 14 anni e più che ha usato Internet nei 12 mesi precedenti l’intervista ha fatto acquisti online. Circa un terzo di queste persone (34%, +1,7 punti percentuali rispetto al 2022) ha ordinato o comprato merci o servizi nei tre mesi precedenti l’intervista, il 10,4% nel corso dell’anno e il 5,3% più di un anno fa (Figura 5). Gli uomini sono più propensi a comprare online (54% contro il 45,7% delle donne), come peraltro i residenti nel Nord (54% contro il 42,3% del Mezzogiorno) e, soprattutto, i giovani tra i 20 e i 24 anni (78,2%).

Una persona su cinque acquista online capi di abbigliamento, scarpe o accessori

Nel 2023 l’acquisto più diffuso riguarda i capi di abbigliamento, scarpe o accessori, selezionati dal 21,7% degli individui di 14 anni e più, seguito dagli articoli per la casa, mobili o prodotti per il giardinaggio (11,9%) e da film e serie tv in streaming o download (9,8%).

L’età è uno dei fattori che influisce sulla tipologia di acquisti effettuati: i giovani tra i 20 e i 24 anni evidenziano maggiore attitudine rispetto alle nuove forme di consumo come musica in streaming o download (17,5% contro il 5,6% del totale), consegne di pasti da ristoranti, fast-food o catering (16,3% contro 6,4%), film o serie in streaming o download (20,5% contro il 9,8%).

Nel 2023 migliora anche la fruibilità dell’e-commerce: la quota di utenti che ha fatto acquisti nei tre mesi precedenti l’intervista e che dichiara di non aver riscontrato problemi durante l’acquisto sale al 76,1% (era il 73,4% nel 2021). I problemi maggiormente indicati nel 2023 sono la mancanza del rispetto dei tempi di consegna (11,3%), le consegne mancate o erronee o le merci difettose (6,2%).

Problemi tecnici sul web durante l’ordine o il pagamento via Internet vengono invece riferiti dal 4,7% degli utenti, il 4,1% lamenta difficoltà nell’inoltrare reclami e/o risposte non soddisfacenti, il 4% difficoltà a reperire informazioni sulle garanzie o altri diritti giuridici.