Personale Ata nelle scuole, la lettera: “Due pesi e due misure?”

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lettera penna stilo
(Image by Bruno from Pixabay)

LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:

Buongiorno,
sento un impellente necessità di condividere la mia reazione dopo aver letto le dichiarazioni del sindacato contenute nel presente articolo.
Premetto che quanto segue è una mia riflessione personale, ma che deriva da un contatto abbastanza ravvicinato al mondo della scuola: ho una moglie maestra della scuola primaria, due figli che hanno terminato il ciclo secondario da un mese circa ed ho avuto il privilegio di partecipare per un triennio al consiglio di istituto della scuola frequentata dai miei figli.
Ma veniamo a quanto riportato delle dichiarazioni del sindacato FLC CGIL.
Mi chiedo davvero se stiamo parlando dello stesso mondo che ho conosciuto negli ultimi 15 anni di esperienza diretta.
Non ho infatti alcun dubbio sulla presenza di tanti lavoratori pieni di passione e buona volontà che permettono alla maggioranza delle scuole lecchesi di fornire un servizio tra i migliori in Italia, riconosco anche che vi siano alcune figure di alta professionalità poco visibili all’interno del personale ATA, sono anche certo che alcuni avrebbero certamente carriere brillanti e con retribuzioni di tutt’altro tenore nel settore privato.
Inizio però a divergere da quanto asserito dal sindacato quando si identifica il problema nella carenza di organico e mi chiedo cosa si intenda per burocratizzazione che è un ostacolo della qualità.
Rispetto alla carenza di organico la mia esperienza personale è che il problema principale è la qualità e professionalità dell’organico ATA in forza. Fermo restando la presenza di veri e propri campioni l’organico ATA è spesso determinato da graduatorie formatesi con procedure ai più sconosciute (queste si con una burocratizzazione imbarazzante, ma frutto di accordi sindacali) che selezionano soggetti che non hanno le minime basi di conoscenza necessarie (a volte non hanno alcuna competenza informatica e di office automation). È palese che se un ufficio amministrativo ha il 50% degli impiegati incapaci di svolgere il compito assegnato questo ufficio funziona solo se il restante 50% è in grado di supplire.
Per quanto riguarda invece la demonizzazione della burocrazia nutro qualche scetticismo che il sindacato abbia la migliore posizione per poter disquisire in questa direzione. Come consiglio di istituto e come genitore troppe volte ho ricevuto la risposta che “non si può fare perché non compete a… non è una mansione prevista o ancora più spesso non è previsto dal contratto. Tutto corretto, ma a questo punto due pesi e due misure?
Personalmente penso che la scuola pubblica nella provincia di Lecco sia un fiore all’occhiello grazie alla competenza, professionalità e passione di ogni componente che vi partecipa attivamente, se vogliamo che questo patrimonio resti tale forse delle analisi più lucide da parte di un soggetto importante quale è il sindacato sarebbero auspicabili.
Un caro saluto,
LR