Serata Gamma: Kaltenbrunner e Dujmovits fanno il tutto esaurito

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LECCO – Pubblico delle grandi occasioni quello che si è radunato ieri sera in una Sala Ticozzi davvero gremita per assistere alla serata offerta dal Gruppo Gamma in onore del centenario dell’UOEI: ospiti d’eccezione l’alpinista Gerlinde Kaltenbrunner e il marito Rulf Dujmovits.

A presentare la serata non poteva mancare Alberto Benini, che prima di lasciare spazio ai due fortissimi alpinisti, uniti nelle imprese alpinistiche così come nella vita quotidiana, ha introdotto e dato brevemente la parola alle numerose autorità intervenute alla serata. Da monsignor Franco Cecchin al sindaco Virginio Brivio, passando dai presidenti dei Gamma Giovanni Pomi e dell’UOEI Roby Chiappa, per finire con il patron del marchio Sport Specialst Sergio Longoni, tutti hanno sottolineato l’importanza di una serata come quella organizzata dal gruppo Gamma per festeggiare il centenario di fondazione della sezione lecchese dell’UOEI. “Lo sport è bello nella misura in cui la natura diventa l’habitat per sentirci pienamente creature di Dio – ha ricordato il prevosto di Lecco, che poi ha sottolineato come “i tanti giovani presenti in sala sono lo stimolo per affrontare la crisi di questi tempi come un’opportunità”. Sempre sui giovani e sul loro ruolo si è concentrato l’intervento del presidente dell’UOEI, Roby Chiappa: “oggi festeggiamo i cent’anni di un gruppo che grazie a quelli della mia generazione ha sempre fatto quello che sapeva fare e che ora grazie ai giovani, per i quali la porta è sempre aperta, continuerà a fare quello che sa fare”. Il sindaco di Lecco, Virginio Brivio, ha voluto dare risalto al valore della cooperazione tra realtà alpinistiche differenti, sfociata quest’anno nell’Associazione Culturale Alpinistica Lecchese: “il coordinamento tra le associazioni alpinistiche lecchesi è uno sforzo che andava fatto – ha commentato Brivio – tanto più che l’obiettivo della nuova Associazione è quello di trasmettere e far conoscere il più possibile il patrimonio alpinistico lecchese”. Fondamentale per Sergio Longoni il rapporto di amicizia instaurato in questi anni con i Gamma e l’UOEI: “ci conosciamo dagli anni ’70 e il nostro rapporto si è sviluppato ed è cresciuto nel tempo: spero di poter dare loro ancora un buon contributo”.

Terminati saluti di rito delle istituzioni, è stata la volta del racconto, delle parole, delle immagini e dei filmati proposti da Gerlinde Kaltenbrunner e dal marito Ralf Dujmovits, il cui primo incontro risale al 2002: “ci siamo conosciuti al Manaslu nel 2002 – hanno ricordato – e da subito abbiamo avuto un buon feeling”. “Da allora ognuno ha completato la propria serie degli Ottomila – ha aggiunto Gerlinde – ma ne abbiamo anche saliti sei insieme”. “Una delle cose più belle – ha puntualizzato Dujmovits – è poter condividere insieme questa grande passione per la montagna”.   Dopo una carrellata di immagini relative alle numerose conquiste alpinistiche in alta quota, il racconto dei due alpinisti, supportato anche dalla visione di alcuni filmati, si è concentrato sull’ultima spedizione al K2, durante la quale la Kaltenbrunner è finalmente riuscita a coronare il sogno di salire tutti e 14 gli Ottomila della Terra. Una spedizione, quella del 2011, che è stata preceduta negli anni da diversi tentativi andati a vuoto, culminati con la morte di un compagno di scalata che aveva allontanato la coppia di alpinisti dalle pendici del K2. Poi però la determinazione è tornata a farsi viva: “piano piano sentivo crescere in me un buon rapporto con il K2”, ha ammesso Gerlinde, che insieme al marito Ralf, però, ha deciso “di non salirlo più dal versante pakistano, ma dal pilastro nord”.

Tra un campo base avanzato, una tenda deposito posta prima dell’attacco della parete e alcuni bivacchi di fortuna sulla montagna, la spedizione di Gerlinde Kaltenbrunner ha subito diversi contrattempi, che hanno allungato il tempo di permanenza nella regione del Kirghizistan. “Il momento più difficile –  ha detto Ralf, – “è stato senza dubbio quando ho dovuto scegliere se continuare o meno la salita: mi son sempre fidato della mia pancia e in quel momento mi diceva di scendere”. Così Dujmovits ha abbandonato la moglie sulle pendici del K2 ed è tornato al campo base, mentre Gerlinde e altri alpinisti del loro team hanno proseguito, sfidando le copiose nevicate, il vento tagliente, il freddo e la fatica; uno sforzo che alla fine è stato premiato con la vetta, raggiunta il 23 agosto 2011. Dopo una discesa affrontata il più velocemente possibile, i due  coniugi-alpinisti si sono finalmente ritrovati al campo base: “abbracciare Gerlinde al suo rientro è stato il momento più bello della mia carriera”, ha dichiarato Dujmovits, mentre la Kaltenbrunner ha ammesso che “il momento dell’incontro con Ralf mi ha liberata da tutte le pressioni, lì ho realizzato che era tutto finito, sia i miei 14 Ottomila, sia l’esperienza al K2, che ormai ci aveva sottratto parecchie energie”. Energie ed emozioni che per una sera ha potuto assaporare anche la vasta platea lecchese, che ha riempito in ogni ordine di posto la Sala Ticozzi.