Il Cai Lecco e 200 volontari fanno rinascere la “Strada Mandria” di Montalbano

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Il progetto ha coinvolto l’Associazione muratori e amici di Ca Martì di Carenno e la Fondazione Clerici

Durante il weekend, convegni e cantieri hanno riportato l’attenzione su tecniche e memoria dei muretti a secco, parte viva del paesaggio lecchese

LECCO – Una mulattiera che torna a vivere, una comunità che si stringe attorno alla memoria del territorio, e un sogno che comincia a prendere forma pietra su pietra. Si è conclusa con successo la tre giorni “Antichi sentieri. L’arte della pietra a secco”, iniziativa promossa dalla Commissione sentieri del Cai Lecco in collaborazione con l’Associazione muratori e amici di Ca Martì di Carenno e la Fondazione Clerici.

Dal 16 al 18 maggio, studenti, appassionati, volontari e professionisti si sono ritrovati lungo l’antica “Strada Mandria”, mulattiera che da Cereda conduce a Montalbano, per un viaggio non solo fisico, ma culturale e umano attraverso il tempo e il paesaggio.

Venerdì mattina, una classe del Corso per Operatori Edili della Fondazione Clerici ha messo mano ai muri a secco crollati da tempo. Non un semplice esercizio di tecnica, ma un’immersione nella cultura del fare. “Un grazie speciale ai loro insegnanti e agli esperti carennesi per aver avvicinato i ragazzi a questo mondo ‘di pietre'”, dichiarano gli organizzatori. E in effetti i sorrisi e la concentrazione dei giovani al lavoro parlavano chiaro: quelle pietre hanno insegnato molto più di una lezione in aula.

Sabato, invece, si è guardato al panorama più ampio. All’Officina Badoni di Lecco si è tenuto un convegno che ha tracciato un ponte tra la “Strada Mandria” e i paesaggi terrazzati di tutta Italia, tra memoria e antropologia, tra comunità e cura del territorio. Nel pomeriggio, il gruppo si è spostato a Carenno per visitare il Museo di Cà Martì. “Un luogo che ha stupito per la passione dei volontari, la cura degli spazi espositivi, e il grande valore di archivio della memoria materiale e immateriale di un intero paese”, hanno sottolineato i promotori. Il cantiere scuola in località Fracetta, parte del percorso ecomuseale, ha poi offerto un’ulteriore occasione per toccare con mano ciò che significa custodire il passato con gli strumenti del presente.

Domenica si è tornati al lavoro sul campo. Una trentina di volontari, affiancati da esperti di Ca Martì, hanno ricostruito diversi tratti dei muri a secco lungo la mulattiera. Lavoro manuale, certo, ma anche consapevolezza. “Poche e semplici regole e la voglia di mettersi in gioco hanno fatto cambiare faccia al tratto centrale della mulattiera”, dichiarano dalla Commissione sentieri del Cai Lecco. E pensare che, solo nel 2022, quel tratto risultava impraticabile, soffocato da rovi e detriti.

Dopo una meritata pausa pranzo, offerta dagli Alpini di Bressanella, il pomeriggio è proseguito sotto la guida di Gianni Carsana, uno degli ultimi muratori storici di Carenno. La sua presenza, discreta e autorevole, ha reso ancora più forte il legame tra le generazioni, tra chi ha ereditato la tecnica e chi la tramanda.

“Vi invitiamo a percorrere questo antico tracciato con tranquillità, osservando i muri, i gradini e l’acciottolato”, è l’appello lanciato al termine della manifestazione. Un invito a guardare con occhi nuovi quelle pietre, a riconoscere in ogni masso il gesto di chi l’ha scelto, portato, sistemato. E, magari, a fare la propria parte: “Spostare un ramo d’intralcio, raccogliere un sasso caduto e metterlo sulla testa dei muri laterali vi farà diventare custodi di questo bene collettivo”.

Con la giornata di domenica, sono oltre 200 le persone coinvolte dal 2022 nel progetto “Strada Mandria”. Un numero che racconta molto più della partecipazione: racconta la voglia di comunità, di appartenenza, di riscoperta. Un sogno che, con fatica e passione, si sta trasformando in realtà.