LECCO – Non si può certo dire che le donne lecchesi non guardino alla prevenzione: “Una paziente su due si sottopone al pap-test; un’adesione importante rispetto ad altre aree geografiche, anche lombarde. Dimostrazione ne è stata l’iniziativa organizzata dall’ospedale a metà novembre in occasione della Giornata Rosa, durante la quale, in una sola giornata, abbiamo eseguito circa 250 pap-test”.
A parlare è il primario della Struttura di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Lecco, il Dott. Antonio Pellegrino, che ci guiderà alla scoperta della 13esima puntata di DAY HOSPITAL, la rubrica che Lecco Notizie dedica alla sanità e che oggi ci porta a conoscere la Ginecologia dell’Ospedale Manzoni.
Un’attività tra le più “complete”, per un reparto che si occupa delle proprie pazienti dall’adolescenza alla terza età, offrendo sia assistenza di carattere ambulatoriale che chirurgico: dallo screening di primo livello per trattare patologie benigne e frequenti in età fertile come le cisti dell’ovaie, i fibromi e i polipi, fino all’ambulatorio della menopausa e alle terapie oncologiche. “Esiste poi un ambulatorio rivolto a tutte problematiche dell’apparato genitale e urinario – spiega il dott. Pellegrino – quindi le incontinenze urinarie, i prolassi, e la cosiddetta statica pelvica, una patologia sempre più frequente”.
Fiore all’occhiello del reparto di Ginecologia del Manzoni è senza dubbio il sistema Leonardo Da Vinci, robot disponibile da quattro anni al Manzoni e utilizzato in ambito oncologico per operazioni chirurgiche mininvasive: “E’ uno strumento che permette di arruolare anche pazienti con problematiche come la cardiopatia, che difficilmente sarebbe possibile sottoporre ad un analogo intervento” sottolinea il primario. Sono una cinquanta i pazienti che ogni anno vengono curati grazie questo trattamento, per un totale di 200 interventi in ambito oncologico, l’80% dei quali affrontati attraverso chirurgia laparoscopica.
“Nell’ambito dell’attività ambulatoriale oncologica – spiega ancora il dott. Pellegrino – i casi vengono discussi congiuntamente due volte a settimana coinvolgendo l’oncologo medico, l’anatomopatologo, il radioterapista e la proposta terapeutica è frutto di un confronto collegiale. Una multidisciplinarietà che permette di valutare al meglio ogni situazione e l’opportuna terapia a cui sottoporre la paziente”.
Tra i tumori trattati dai medici del reparto, il più frequente è quello dell’endometrio che “rappresenta il 6% dei tumori femminili – come sottolineato dal primario – tipico della post-menopausa, colpisce prevalentemente donne obese, ipertese o diabetiche”.
E’ però nel cancro al collo dell’utero che la prevenzione gioca un ruolo di primo piano: “Da diversi anni è stato verificata come l’insorgere di questa patologia sia legata all’infezione da HPV, il papilloma virus umano, verso il quale è possibile premunirsi attraverso vaccinazione”.
Già dal 2010 al Manzoni è disponibile il vaccino anti-HPV e ad oggi sono state quasi 500 le pazienti che ne hanno usufruito.
“La schedula vaccinale – spiega il dott. Mario Villa, medico responsabile dell’attività di vaccinazione – prevede tre vaccinazioni nell’arco di 6 mesi ed è rivolta sia alle giovani dai 13 fino 26 anni ma anche per donne fino ai 45 anni che non hanno mai avuto lesioni trattate sul collo dell’utero. Recentemente abbiamo aderito ad uno studio multicentrico patrocinato dall’Istituto Europeo Oncologico e vacciniamo secondo criteri più rigidi anche pazienti che sono state trattate per lesioni di alto grado sul collo dell’utero”.
“Il vaccino – conclude il dott. Villa – è altamente consigliato per prevenire lesioni tumorali e pretumorali di vulva, vagina, collo utero e ano; in quest’ultimo caso, la vaccinazione ha importanza non solo popolazione femminile ma anche per quella maschile, considerando anche le diverse preferenze sessuali”.