“Porte chiuse”: negozianti avvisati, da gennaio si sanziona

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LECCO – Porte chiuse ai negozi? Ad una settimana dall’entrata in vigore dell’ordinanza c’è ancora qualche commerciante del centro storico che di chiudere il proprio ingresso non ne vuole sapere ma con l’inizio dell’anno le cose dovrebbero cambiare:

“Nei giorni scorsi sono partiti i controlli da parte della Polizia Locale ma ancora nessuna sanzione è stata emessa – ha spiegato il vicesindaco Vittorio Campione – siamo in una fase di informazione ed alcuni esercizi commerciali hanno chiesto tempo anche per potersi adeguare. Dal primo gennaio si supererà questa fase e inizieranno anche le sanzioni”.

Il provvedimento non ha però attirato le simpatie dei negozianti e sul caso si era già espresso in modo critico il direttore di Confcommercio, Alberto Riva (vedi articolo). L’ordinanza in questione interesserà, in modo particolare, le attività del centro storico, luogo più frequentato per lo shopping nel capoluogo, e il rappresentate dei commercianti del distretto Lecco per Confcommercio, Alberto Negrini, è altrettanto scettico rispetto all’iniziativa:

L’ordinanza è vissuta dal 95% dei commercianti che tengono le porte chiuse,  non per obbligo ma per scelta, come una provocazione, perché vorremmo che l’Amministrazione si occupasse dei nostri problemi. Tra l’altro – ha sottolineato Negrini – il Comune arriva in ritardo rispetto ad altre città come Milano, con campagne e spot puramente demagogici. Un paradosso e direi diversamente se il 50% dei negozi avesse l’abitudine di tenere la porta aperta. Mi fa piacere che l’Amministrazione si stia dedicando alla sostenibilità ambientale, perché senz’altro si darà da fare anche in via Cattaneo per evitare emissioni dei pullman che, passando di li, inquinano cento volte di più rispetto ai negozi aperti”.

“Non si tratta di una provocazione, né di un atto simbolico – ha replicato Campione – è una richiesta che giunge dai cittadini. I negozianti che pagano di tasca propria – i riscaldamenti (ndr) – sono i primi a tenere chiuse le porte del proprio negozio, l’ordinanza è invece più sentita dalle catene commerciali che, per politica aziendale, le tengono aperte”.