“Serve un’alternativa immediata per le imprese penalizzate”, dichiara il presidente Campanari dopo l’annuncio del MIMIT
Il mondo industriale teme ripercussioni sull’innovazione e sull’occupazione
LECCO – Desta non poca preoccupazione nel mondo industriale la decisione di sospendere la copertura finanziaria dei progetti legati alla misura “Transizione 5.0”, pur lasciando aperta la piattaforma di prenotazione. Una scelta che – secondo diversi rappresentanti delle imprese – rischia di mettere in seria difficoltà numerose aziende che avevano già pianificato investimenti e programmi di innovazione.
Il provvedimento è stato formalizzato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy con un decreto direttoriale del 6 novembre scorso, pubblicato l’8 novembre sul sito del dicastero, che dichiara l’“esaurimento delle risorse disponibili” per il Piano Transizione 5.0. Il comunicato spiega inoltre che le domande potranno ancora essere presentate fino al 31 dicembre 2025, ma la loro copertura dipenderà dall’eventuale disponibilità di nuovi fondi o dallo scorrimento delle graduatorie secondo l’ordine cronologico di presentazione.
A sollevare con forza la questione è anche il presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Marco Campanari, che parla di una situazione “inaccettabile come modus operandi da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, e quindi preoccupante non solo nella sostanza ma perfino nella forma”. Campanari chiede al Governo di intervenire con urgenza: “È necessario individuare al più presto un’alternativa che tuteli le imprese colpite da questo cambiamento – evidenzia – facendo in modo che i progetti attualmente in attesa di copertura possano essere finanziati in altro modo”.
Il presidente sottolinea inoltre un principio di fondo che tocca da vicino l’intero tessuto economico: “Chiediamo rispetto per il mestiere di chi intraprende e fa impresa in tempi molto difficili, fungendo da spina dorsale del Paese, dando lavoro a milioni di persone e contribuendo a pagare l’80% del welfare nazionale. Se si mettono in campo misure di sostegno, e sottolineo il ‘se’, pretendiamo che tali misure siano disegnate per funzionare e che non tradiscano gli impegni presi”.
Il ruolo di Confindustria non si ferma qui: la stessa associazione, tramite il vicepresidente per le Politiche Industriali e il Made in Italy, Marco Nocivelli, ha proposto l’introduzione di meccanismi di prioritizzazione (fast track) in vista dell’operatività del nuovo iper-ammortamento che sarà attivo dal 1° gennaio, oppure soluzioni-ponte di tipo finanziario.
L’impatto di questa scelta istituzionale appare soprattutto nel contesto del Nord Italia, e in particolare nelle imprese del territorio lecchese e sondriese, che già guardavano alla misura Transizione 5.0 come leva per innovare processi produttivi, sostenibilità energetica e competitività. L’interruzione della certezza sul finanziamento – segnalata anche da altre associazioni di categoria come ANIMA Confindustria Meccanica – genera un forte segnale di allarme: “Le aziende hanno bisogno di strumenti stabili e credibili”, afferma il presidente Pietro Almici, sottolineando come “le incertezze legate alla sospensione dei fondi evidenziano una mancanza di attenzione verso l’industria da parte del Governo”.
La sospensione della copertura dei progetti 5.0, comunicata nel corso della prima settimana di novembre 2025, arriva dunque in un momento delicato per il comparto produttivo, che guarda con apprensione alle ricadute sul piano occupazionale e sulla competitività delle imprese del territorio. La richiesta esplicita è che vengano messe in campo soluzioni rapide, trasparenti e credibili: perché quando una misura pensata per accompagnare l’innovazione viene bloccata sul fondo di un decreto, è tutto il sistema che rischia di perdere slancio.

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