COLICO – In seguito delle segnalazioni degli agricoltori per i danni causati da cinghiali e piccioni, Coldiretti ha sollecitato la Provincia di Lecco ad attivare un’azione di monitoraggio e cattura con il posizionamento a rotazione di una prima serie di 15 gabbie di cattura (cinque per i cinghiali, dieci per i piccioni) in una ventina di imprese agricole che hanno dato la propria disponibilità a collaborare (e il cui elenco è stato comunicato allo stessoente Provincia).
“Il problema dei cinghiali è in rapido sviluppo sul territorio – osservano il presidente e il direttore di Coldiretti Como-Lecco, Fortunato Trezzi e Francesco Renzoni – e, pur con dimensioni ancora minori rispetto al vicino comprensorio comasco, inizia a destare viva preoccupazione, ad iniziare dalla zona di Colico e della Val Varrone dove il fenomeno si è dapprima manifestato. Da qui la necessità di intraprendere un’azione di contenimento che ci auguriamo possa essere efficace”.
A questo si aggiunge quello dei piccioni, definito dall’associazione come particolarmente invasivo soprattutto per le imprese che operano nel settore zootecnico. “Questi volatili, oltre a sporcare con i loro escrementi strutture e macchinari, sono pericolosi anche per gli animali nelle stalle: si nutrono con il loro mangime, si dissetano con la loro acqua e così facendo potrebbero infettarli con le zecche o trasmettere malattie quali la salmonella”.
Quello dei piccioni, denuncia la Coldiretti, è un problema particolarmente sentito nelle due province lariane di Como e Lecco, che ha già provocato alle imprese decine di migliaia di euro di danni.
Per Rodolfo Mazzucotelli, vicedirettore della Coldiretti interprovinciale, è il riconoscimento della “strategicità dell’agricoltura per la nostra provincia: il settore primario rappresenta infatti l’unica attività che gestisce ed esercita una costante manutenzione del territorio: territorio che, senza di essa, è destinato all’abbandono”.