MANDELLO – “Qui è iniziato con il battesimo il suo cammino di fede, proseguito con la Cresima e in seguito con il matrimonio. E se è vero che è sempre un dolore accompagnare nell’ultimo viaggio terreno una persona che ci è cara, non dobbiamo mai dimenticare che la vita non è tolta, ma trasformata. E così è per la vita del nostro fratello Remo”.
Con queste parole don Donato Giacomelli ha introdotto oggi, mercoledì 1° ottobre, il rito funebre di Remo Farina, morto all’età di 83 anni, a lungo presidente della “Compagnia del pontile” di Mandello.
Si sono ritrovati in molti nella chiesa di San Lorenzo per stringere idealmente in un forte abbraccio la moglie Gabriella – da anni attiva nel campo del volontariato, in particolare a sostegno degli anziani ospiti della casa di riposo di Mandello – e i figli Paolo e Luca. E a loro si è rivolto l’arciprete nella sua omelìa.
“Remo non è più al vostro fianco – ha detto – ma lui è passato dalla vita alla vita, non dalla vita alla morte, anche se la sua nuova vita resta per tutti noi misteriosa”. “Chiediamoci allora – ha aggiunto il sacerdote – qual è la vocazione dell’uomo, di ogni uomo, su questa terra. La risposta è una sola: è la vocazione all’amore, per Dio e per il nostro prossimo. E l’affetto e l’affabilità con cui Remo è stato accompagnato all’incontro con il Signore sono stati appunto un atto d’amore ed è su gesti come questi che noi saremo giudicati”.
Il nome e l’azione di Remo Farina si legano in particolare, come detto, alla “Compagnia del pontile”, costituita all’inizio degli anni Ottanta del secolo scorso allo scopo di ricostruire il vecchio imbarcadero di piazza Italia demolito nel corso degli anni Settanta.
L’associazione, della quale Farina era il dinamico quanto intraprendente presidente, nei mesi successivi alla sua costituzione si era mossa su più fronti per ottenere il nullaosta dei Beni ambientali della Regione Lombardia, del Genio civile e della Navigazione Lago di Como e aveva anche presentato in Comune il progetto del futuro pontile, redatto dall’architetto Ezio Fasoli.
Tutto era andato in porto e qualche tempo dopo erano iniziati i lavori, affidati all’Impresa Airoldi di Lecco.
Il progetto prevedeva il ripristino della tettoia del pontile, di gusto liberty-floreale, della biglietteria e della sala d’aspetto, progettate nel 1906 dall’architetto Ernesto Cannobbio e realizzate negli anni immediatamente successivi.
Il nuovo o, per meglio dire, il “vecchio” pontile era stato inaugurato il mattino del 22 giugno 1986 e in quell’occasione Remo Farina, appunto nella sua veste di presidente della “Compagnia del pontile” (incarico che negli anni successivi sarebbe stato ricoperto dapprima da Tullio Colombo Sala e quindi da Franco Necchi, attuale presidente), aveva detto: “La partenza è stata difficile, piena di ostacoli soprattutto burocratici, ma le maggiori difficoltà di natura tecnica e le scelte “culturali” sono state affrontate e superate grazie alla splendida collaborazione dell’architetto Ezio Fasoli,il cui apporto è stato enorme. Non ha lasciato nulla al caso, dalle strutture al più piccolo particolare decorativo”.
Riferendosi poi al problema economico che la “Compagnia del pontile” aveva dovuto affrontare Farina aveva aggiunto: “Abbiamo indossato il saio e ci siamo dati alla questua come i fraticelli di manzoniana memoria e a fronte di qualche porta chiusa ne abbiamo trovate molte aperte e abbiamo toccato con mano la sensibilità e la disponibilità di enti e persone”.
“Rivive una struttura – aveva anche detto il presidente – che ha in sé un preciso significato culturale. E’ il segnale interpretato con grande misura e sensibilità dello spazio di un’epoca, di uno stile, di un gusto a cui in questi ultimi anni viene finalmente ridata giusta e rilevante collocazione. Sono l’epoca e lo stile che informano di sé moltissime opere del nostro lago, al quale danno una particolare connotazione e un’atmosfera di fine secolo”.
Quindi, avviandosi a concludere il suo intervento, Remo Farina aveva detto: “Siamo riusciti soltanto con la volontà e con l’impegno, con la determinazione e la pazienza, e – quando è stato necessario – con la cocciutaggine a realizzare il nostro intento, facendo perdere la scommessa ai pessimisti e agli iettatori. E siamo felici di offrire ai nostri concittadini il frutto del nostro impegno e di vedere con loro ancora in piedi, rinato a nuova vita, bello e discreto, romantico e utile il nostro amatissimo vecchio pontile”.
Oggi, dunque, è il giorno dell’addio. Ma Remo Farina (che come sottolineava un amico “ha lasciato soli, oltre ai suoi familiari, anche Mandello e l’Imbarcadero”) verrà sicuramente ricordato già domenica prossima, 5 ottobre, in occasione della serata di fine estate organizzata proprio dalla “Compagnia del pontile”, con la cena al “Giardinetto” e la proiezione del filmato sulle Olimpiadi di canottaggio di Londra 1948. Una serata anche e soprattutto per lui.