ABBADIA LARIANA / MANDELLO – Il problema si era già verificato anni fa e ora si ripropone. A segnalarlo è Aldo Gallo, attivista del Movimento 5 Stelle di Mandello. “Il tratto adiacente la superstrada 36, dall’ingresso di Abbadia Lariana fino allo svincolo per Lecco – fa sapere Gallo – è “invaso” dalla processionaria, insetto nocivo che distrugge le piante ed è particolarmente urticante per gli uomini e gli animali”.
La processionaria è un lepidottero che attacca non soltanto il pino nero (pinus nigra) ma anche il cedro e deve il suo nome alla caratteristica di muoversi sul terreno in fila, formando una sorta di processione.
“E’ un insetto tra i più distruttivi – fanno sapere dal comando provinciale del Corpo forestale dello Stato – poiché è capace di defogliare completamente gli alberi attaccati. A causare i danni sono le larve che dalla fine di agosto, periodo in cui si schiudono le uova, al successivo mese di aprile, brucano letteralmente la chioma degli alberi. La presenza massiccia di queste larve desta preoccupazione non soltanto per le piante, spesso soggette al progressivo deperimento e ad attacchi di parassiti secondari, ma anche per l’uomo e gli animali”.
Tali bruchi, infatti, sono ricoperti da una fine peluria urticante che, se a contatto con la pelle, può provocare eritemi fastidiosi. Conseguenze più gravi si possono avere se i peli giungono a contatto con gli occhi, la mucosa nasale, la bocca o quando penetrano nelle vie respiratorie e digestive.
Occorre pertanto evitare di entrare in contatto con tali bruchi lavando le parti colpite e rivolgendosi al medico, se necessario, per le terapie più opportune.
Analoghe indicazioni possono valere anche per gli animali e soprattutto per i cani, che vanno portati immediatamente dal veterinario se l’irritazione dovesse interessare la bocca.
“Invito a percorrere quel tratto di strada statale – osserva Aldo Gallo – Noterete una miriade di sacchetti bianchi appesi ai pini. Queste specie di gomitoli contengono al loro interno decine di larve e temo purtroppo che per alcune piante non ci sia più nulla da fare”.