“Abbiamo confrontato le tabelle, attualmente in vigore, relative all’orario invernale per il servizio di traghetto tra Menaggio e Varenna, nonché quelle del servizio di Trenitalia sulla direttrice Tirano – Sondrio – Lecco – Milano. Ebbene, il tanto agognato coordinamento degli orari rimane un’utopia, salvo che gli utenti, soprattutto pendolari e studenti, non siano centometristi o abili atleti capaci di percorrere in pochi minuti il tragitto dall’approdo sul Lario alla stazione ferroviaria di Varenna”. Così commentano Luca Gaffuri e Carlo Spreafico, capogruppo del Pd in consiglio regionale e consigliere segretario dell’ufficio di presidenza, orari alla mano le coincidenze tra traghetti in arrivo da Menaggio a Varenna e i collegamenti ferroviari per Milano.
Qualche esempio: il ferry boat in partenza alle 6.05 da Menaggio arriva a Varenna alle 6.20, il primo treno disponibile è previsto alle 6.23. Altrimenti bisogna aspettare il 6.35. Ma un’ora più tardi (ferry delle 7.20 in arrivo alle 7.35) non sono previste alternative: in 120 secondi bisogna raggiungere la stazione altrimenti bisogna aspettare praticamente un’ora visto che il primo treno disponibile per Milano è di passaggio alle 8.37. E al ritorno i disagi sono ancora più evidenti considerato che alle 18.30 sono previste solo due corse per Menaggio (18.30, con transito a Bellagio e cambio imbarcazione e 19.10 diretta senza scali intermedi). Peccato che in questo caso il treno da Milano parta alle 17.20 cioè quando la giornata lavorativa non è affatto conclusa. E partenze di convogli ferroviari, diretti da Milano con fermata a Varenna, un’ora più tardi, e cioè a ridosso delle 18.20, non ne sono previsti. I treni successivi sono in programma con fermata alle 20.30 e il primo natante utile è alle 21.25 con arrivo a Menaggio alle 21.40.
“Una situazione inconcepibile – esprimono Gaffuri e Spreafico – e che evidenzia la poca volontà di mettersi attorno a un tavolo e a studiare una soluzione che risolverebbe buona parte dei problemi di spostamento per studenti e lavoratori della sponda occidentale del Lario e che devono recarsi nel capoluogo lombardo”.