LECCO – Dopo anni di attesa sembrava essere giunta una svolta per il Bione, invece, la realizzazione del nuovo centro sportivo è di nuovo al palo e l’ostacolo questa volta è burocratico: il decreto legislativo sul nuovo codice degli appalti ha costretto il Comune ha rivedere iter e progetto da 7 milioni di euro sarebbe dovuto andare presto a gara.
La nuova legge, ha riferito l’assessore Stefano Gheza, ha cambiato le carte in tavola abbassando dal 50 al 30% il tetto massimo di contributo da parte dell’ente pubblico sul costo dei lavori, incrementando la parte in carico ai privati.
“L’equilibrio, che era già molto al limite, è saltato – ha sottolineato l’assessore allo sport – è necessario ora ricalibrare in progetto per mantenerlo appetibile agli imprenditori. Una soluzione potrebbe essere la divisione del nuovo centro in due lotti: le piscine e il palazzetto, che rappresentano la parte più redditizia per i futuri gestori, potrebbe essere messi a gara separatamente rispetto ai campi esterni, che hanno oneri di manutenzione e ricavi più bassi, per praticare prezzi fuori mercato per favorire il loro utilizzo da parte delle realtà associative del territorio. L’ideale sarebbe mettere a gara l’intero intervento, altrimenti valuteremo l’opzione b”.
Finlombarda, che sta assistendo il Comune nella predisposizione del bando, sonderà in queste settimane l’interesse degli imprenditori per l’una o per l’altra soluzione ma pare scontato che eventuali interessamenti si concentreranno sul lotto delle piscine e del palazzetto, la cui gestione e relativi incassi poterebbero maggiori margini di guadagno, senza doversi accollare ulteriori costi per la messa a nuovo dei campi.
“In quel caso la parte esterna potrebbe essere realizzata con appalto tradizionale – ha spiegato Vincenzo Lana, dirigente di Finlombarda – sfruttando i 3 milioni e mezzo di contributi pubblici, poi affidarla con gara ad associazioni sportive. E’ possibile anche permettere la gestione degli spazi esterni al soggetto gestore degli spazi interni, quindi un unico gestore per l’intero centro, modificando la concessione purché il bando sia chiaro da subito su eventuali condizioni aggiuntive”.
L’appetibilità economica non è l’unico problema riguardante progetto e messa a gara del nuovo centro sportivo: “La finanza di progetto con gara unica prevedeva uno studio di fattibilità, come quello realizzato dagli uffici per il Bione, e in sede di gara il progetto preliminare; la legge oggi impone invece un progetto di fattibilità tecnica che risulterebbe difficile acquisire entro 90 giorni – ha spiegato l’avvocato Marco Monaco, consulente di Finlombarda – il percorso che oggi potremmo percorrere è quello di un mero avviso da pubblicare entro il 30 giugno, diretto agli imprenditori, per la presentazione di proposte per l’uno e per entrambi i lotti, da acquisire entro fino agosto, porre le proposte in valutazione e mettere a gara la migliore. Questo ci consentirebbe di arrivare a fine anno con l’aggiudicatario”.
Soluzioni che non sono riuscite a colmare l’amarezza dei consiglieri comunali, in particolare quelli di opposizione, che mercoledì sera hanno assistito alla relazione dell’assessore e degli esperti di Regione Lombardia. “Speravamo di poter conoscere il progetto, fare il punto dei lavori, invece dobbiamo capire come uscire dall’ennesima impasse” ha commentato Filippo Boscagli di Ncd. “Si è perso un anno” ha attaccato dai 5 Stelle, Massimo Riva che ha anche criticato la scomponibilità del progetto in due lotti, “incentiva la speculazione e porta il Comune a farsi carico ancora una volta delle perdite”.
“Non si è perso un anno – ha replicato l’assessore – è servito un anno per mettere insieme le proposte delle associazioni e gli interessi di potenziali gestori, si è realizzato uno studio di fattibilità che non poteva essere improvvisato, per non ritrovarci nella situazione in cui versa ora il centro sportivo, e purtroppo non è stato possibile giungerci prima dell’entrata in vigore della nuova legge. Andiamo avanti, è un’opera fondamentale per Lecco e non ci arrenderemo”.