CALOLZIO – “Non un provvedimento disciplinare bensì di un “procedimento”, tuttora in corso, volto a stabilire la correttezza di una posizione di una dipendente ovvero se quanto affermato in sede pubblica rientra tra i doveri comportamentali di un dipendente comunale, nel momento in cui rende note informazioni riservate”.
Il consigliere comunale Paolo Autelitano tenta fare chiarezza sul caso della lavoratrice del Comune di Calolzio messa sotto ‘inchiesta’ interna in municipio (leggi articolo) mentre i genitori si preparano al flash mob di protesta, organizzato per sabato mattina di fronte al palazzo comunale.
“Non è vero che il procedimento in corso sia dovuto alle critiche espresse dalla dipendente comunale – prosegue l’esponente della maggioranza – per mesi è stato consentito a chiunque la manifestazione di opinioni e proteste, anche quelle oltre i limiti della correttezza, così come è stata consentita la partecipazione alle riunioni, l’esposizione di striscioni e anche in Consiglio comunale (dove sarebbero vietati) il Sindaco volutamente ha tollerato i cartelloni di protesta; non si può quindi affermare che vi è una “vittima di un procedimento disciplinare” per aver mosso critiche. Comunque l’Amministrazione comunale non ha divulgato né la questione né i nomi delle persone interessate, ciò che andrebbe evitato per la tutela della privacy personale, ma anche per evitare condizionamenti esterni”.
“E’ altresì scorretto – scrive Auteliano in una nota – oltre che non utile alla causa, mettere in relazione questa vicenda che è amministrativa (come altre si son verificate in passato negli uffici, né più né meno che in qualunque ambito professionale) con il delicato e importante tema del riordino dei plessi scolastici; si cerca la strumentalizzazione politica, andando a esprimere un giudizio politico che interferirebbe indebitamente col procedimento amministrativo (ovvero esercitando pressioni su chi è chiamato a valutare il caso, col rischio di condizionare l’imparzialità e l’indipendenza decisionale in autonomia dalla politica; caso che comunque non necessariamente comporta sanzioni e potrebbe portare a una semplice comunicazione interna). Manifestare o prendere posizione favorevole a priori equivale a esprimere un “verdetto” quando ancora la verifica è in corso e induce invece a un fatto grave, lesivo delle prerogative istituzionali, cioè che un amministratore pubblico non può fare osservazioni o chiedere verifiche dell’operato di un dipendente perché equivarrebbe, stando al clima polemico attuale, a ritorsione politica o personale o quant’altro. All’assessore Sonia Mazzoleni pertanto rinnovo piena solidarietà per gli attacchi personali che sta ricevendo”.
“Confido – conclude – che la vicenda possa evolversi senza conseguenze secondo un obiettivo buon senso e mi auguro che si ristabilisca per tutti un clima più sereno e condizioni favorevoli per preoccuparsi dei temi che riguardano la Città”.