LECCO – Questa volta il rischio di uno stop definitivo e di dover ripartire da capo è concreto: Rete Costruzioni, incaricata dei lavori alla pista ciclabile Lecco-Abbadia, ha deciso di ricorrere contro Anas per chiedere la risoluzione del contratto.
A smuovere l’azienda all’azione legale è il ritardo sulla variante, che attende ancora l’approvazione definitiva di Anas, riguardante le campate di appoggio che dovranno sostenere i moduli della ciclabile, localizzate in punti stabiliti in base ad analisi geologiche eseguite ormai quasi quindici anni fa. A detta degli addetti a lavori, il terreno e la profondità del fondale, in seguito ai fenomeni di erosione, sarebbero oggi differenti.
“Non avendo ancora approvato la perizia suppletiva di variante strutturale/progettuale assolutamente necessaria al fine di risolvere le numerose criticità tecniche del progetto originario, Anas ha oggettivamente impedito all’impresa di realizzare l’opera” fa sapere Filippo Rebai di Rete Costruzioni.
“Il comportamento inerte dell’Anas permane – prosegue Rebai – nonostante l’impresa, dopo aver realizzato i due tratti parziali dell’opera tecnicamente eseguibili, abbia presentato a proprie spese un nuovo progetto di variante per superare tutte le criticità riscontrate che hanno impedito l’ esecuzione dell’intero intervento. Per queste ragioni, la ditta appaltatrice non essendo più in grado di sopportare ulteriori perdite economiche derivanti dal fermo cantiere causato dal comportamento di Anas ha deciso di agire in giudizio per chiedere la risoluzione del contratto e il risarcimento dei relativi danni.”
“Siamo sconcertati – fa sapere il consigliere provinciale Mauro Galbusera – avevamo chiesto di effettuare un sopralluogo anche con Anas per capire le problematiche, quella lettera non ha mai avuto risposto”. “Superficiale” per il consigliere la risposta che ha invece ricevuto l’onorevole Veronica Tentori nella sua interrogazione al Ministero.
“E’ chiaro che se si ferma il cantiere ancora, ritorniamo da zero – prosegue Galbusera – Non ce lo possiamo permettere, spero che questa presa di posizione forte dell’impresa faccia muovere Anas affinché si sciolga questo nodo della variante. Noi stiamo preparando una seconda lettera, più forte della precedente, vogliamo capire cosa sta succedendo e come Anas si vuole comportare”.
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