Col cane al Bione e non la fanno entrare, i dubbi sul divieto di una mamma

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LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:

Gentile redazione,

Vi volevo raccontare quello che mi è accaduto sabato 18 marzo nella vostra città di Lecco.

Come ogni sabato sera mi metto in macchina parto da Magenta, provincia di Milano, e raggiungo il paese dove mia figlia gioca a pallavolo: questa settimana la partita si è svolta proprio nella vostra bella città di Lecco.

Giunta al centro sportivo comunale “Bione” trovo un semplice cartello di divieto di ingresso ai cani, posizionato sulle porte di vetro che essendo aperte non ho nemmeno visto.

Premetto che sono anni che ogni sabato sera mi reco nei vari palazzetti soprattutto nel nord Italia, con la mia Kira, meticcia di soli 7 kg regolarmente tenuta nella borsa trasportino con guinzaglio e in possesso di museruola e passaporto.

Appena entrata si avvicina un tale che mi intima di uscire immediatamente dal palazzetto perché i cani non possono accedervi. Il mio primo istinto sarebbe stato quello di rispondere che solo i Carabinieri, Vigili, Polizia e Esercito mi avrebbero potuto vietare di non vedere mia figlia (che vivendo fuori casa per giocare e studiare vedo solo per pochi istanti dopo le partite) ma poi cuore di mamma prevale sulla voglia di creare scompiglio e imbarazzo a mia figlia e alla sua società sportiva che apprezzo e stimo, già accusata dal buttafuori improvvisato di non avete avvisato i suoi tifosi di non portare animali presso il loro centro perché non ben accetti.

Così prendo la mia borsa con il mio cane “feroce” e esco per cercare di capire e ragionare. Per farla breve sono stata sbattuta fuori dal palazzetto e non ho potuto vedere mia figlia giocare.

L’ordine, pare, a detta del manutentore che mi ha fatto uscire, che arrivi direttamente dal Comune, ma io mi chiedo e chiedo a voi: è regolare un semplice cartello messo all’ingresso su una porta che può restare aperta e quindi non si vede e soprattutto senza nessun riferimento a leggi decreti articoli o delibere?

Sono molto amareggiata e non penso che questo fatto possa essere annoverato tra i gesti di civiltà e buona accoglienza della vostra città che tra l’altro ho saputo essere una delle città dove è consentito portare i cani anche sui mezzi pubblici.

Grazie per l’attenzione, resto in attesa di una vostra gentile risposta in merito al fatto.

Roberta Bianchi