LECCO – “Si chiude un anno certamente difficile, ma noi stiamo tenendo bene e il bilancio è positivo, sia per quanto riguarda il numero degli associati sia per il fatturato. Non va poi dimenticato che proprio in questo 2014 abbiamo posto le basi per un cambiamento a suo modo storico, ossia la firma del protocollo d’intesa con Confindustria Sondrio che sfocerà nel prossimo maggio con la costituzione a tutti gli effetti di un’unica associazione”.
Per Giovanni Maggi e per la sua “squadra” è tempo di bilanci. E venerdì 19 dicembre, nel tradizionale incontro di fine anno con la stampa, il presidente di Confindustria Lecco ha premesso che l’attività dell’associazione imprenditoriale di via Caprera è stata particolarmente vivace e articolata sia sul fronte della rappresentanza sia su quello dei servizi.
Non sono mancati progetti e iniziative, a cominciare appunto dalla fusione con Sondrio che ha rappresentato il primo processo di integrazione in Lombardia e che è destinato a garantire una presenza ancora più ampia sui territori delle due province.
“Nell’assemblea costituente della prossima primavera – ha detto Maggi – sarà approvato lo statuto che sancirà formalmente la nascita del nuovo soggetto e che si inserisce nel contesto della riforma di Confindustria, capace di ripensarsi in modo anche radicale e di dare in questo senso un esempio al Paese”.
La crisi c’è ed è ancora forte, ma anche in un simile contesto Confindustria continua a supportare le imprese, “nella speranza che chi è al potere – non ha mancato di sottolineare il presidente – ci aiuti a uscire da questa gravissima situazione, tanto più ora che l’immagine che abbiamo dato all’estero con i recenti scandali e con vari casi di corruzione è piuttosto devastante e sconfortante”.
Al Governo gli industriali chiedono di abbassare le tasse (“che hanno raggiunto livelli ormai insopportabili”) e rilanciare i consumi, nella consapevolezza che il nostro è un Paese che deve crescere molto se vuole uscire dalla crisi.
“Expo 2015 sarà sicuramente un evento importante – ha specificato Giovanni Maggi – anche perché porterà nuove opportunità di lavoro ed è un’occasione che non possiamo lasciarci sfuggire. Noi come associazione abbiamo già avuto duemila richieste per disporre dei biglietti che consentiranno di accedere all’esposizione universale e ciò dimostra l’interesse delle nostre imprese per questo appuntamento”.
“Lecco è la provincia più bella della Lombardia – ha aggiunto – perciò dobbiamo sperare che espositori e visitatori vengano anche dalle nostre parti”.
Non può però neppure fare a meno, il presidente, di ricordare come il nostro non sia un Paese meritocratico. “A differenza di quanto accade in Italia – ha detto – all’estero chi è bravo viene valorizzato, perciò anche noi dovremmo iniziare a stimolare maggiormente il talento, la voglia di fare e le qualità dei nostri giovani”.
Il 2015 sarà l’anno che segnerà una svolta per una serie di enti, a partire dalla Camera di Commercio lecchese. Al riguardo Giovanni Maggi non ha esitato a parlare dell’importanza di un ricambio generazionale.
“Occorre pensare a progetti ambiziosi – ha spiegato – senza dimenticare che proprio la mancanza di ricambi generazionali rappresenta uno dei mali del Paese”. “La nostra città – ha aggiunto – può esprimere molto e Confindustria si muove in questa direzione e vuole esclusivamente il bene del territorio e di chi lo abita, senza disconoscere in alcun modo la validità e la qualità dei progetti fin qui portati avanti”.
L’incontro di venerdì 19 con la stampa ha rappresentato altresì l’occasione per parlare di occupazione. In proposito il direttore Giulio Sirtori, che era affiancato dal vicedirettore Rodolfo Stropeni, ha ribadito che a livello lecchese il giudizio prevalente risulta essere quello che indica stabilità, anche se sussiste un certo squilibrio tra indicazioni di livelli occupazionali in contrazione (nell’ordine del 17,5%) e indicazioni di crescita (8,8%).
“Servono riforme strutturali importanti – hanno ribadito in conclusione il presidente Maggi e lo stesso Sirtori – e servono progetti qualificanti. Noi come Confindustria ci siamo e faremo fino in fondo la nostra parte”.