PONTE SAN PIETRO – Erano “più di 160 soci”, come afferma la nota diffusa dagli stessi, lo scorso venerdì sera, presso il centro UFO di Ponte San Pietro accomunati dall’aver affidato i propri risparmi alla Cooperativa Legler ed ora in attesa della proposta di concordato. Un piano di riorganizzazione che conterebbe una sessantina di esuberi e la chiusura di cinque negozi, mentre resta la paura che anche i dipendenti del punto vendita in centro Calolzio potrebbero essere coinvolti.
“L’affluenza è stata superiore al previsto, decine di persone, anche da Lecco e dalla Brianza, si sono pazientemente messe in coda per lasciare i propri dati e rimanere in contatto con il Comitato organizzatore – scrivono in una nota gli stessi soci volontari, accomunati dalla necessità di rimanere informati e presenti ad ogni sviluppo della vicenda – Guardando la sala stracolma non era difficile capire il perché: anche stavolta anziani accompagnati da figli e nipoti, coppie di età avanzata e lavoratori dall’aria smarriti di chi si trova catapultato in una situazione totalmente imprevista, traditi da un’azienda a cui spesso hanno dedicato prima una vita di lavoro, e poi la liquidazione o i sudati risparmi. In pericolo non è solo il denaro, ma anche la prospettiva di una vecchiaia serena o la sicurezza nelle necessità di una famiglia normale”.
Il Comitato, nei suoi due mesi di vita, “ha soprattutto cercato il contatto con molte le situazioni critiche, addirittura nel caso di due over80 si è arrivati, con il patrocinio di un avvocato, a una segnalazione alla Procura”. Ma ci sarebbero soci che “vivono l’accaduto come una vergogna, umiliati a tal punto dalla perdita dei loro risparmi che non se la sono sentita finora di mettersi in contatto con i compagni di sventura”.
“Il Comitato si è mosso anche sul versante esterno, cercando incontri e contatti: i delegati c’erano al secondo tavolo di crisi organizzato in Provincia, nel corso del quale il Presidente della Provincia di Bergamo Matteo Rossi si è impegnato a portare la vicenda in Regione; altri hanno incontrato Adiconsum e Federconsumatori, del quale caldeggiano l’iniziativa che riguarda le somme depositate nel 2017, quando già Legler sapeva di non poter raccogliere altro risparmio. Hanno visto Confcooperative, per chiedere un sostegno al mondo della cooperazione lombarda e nazionale, inoltre stanno cercando di portare la loro vicenda all’attenzione della politica regionale, e i primi passi in questa direzione lasciano ben sperare. A breve incontreranno anche i vertici della Cooperativa Legler, che nulla finora hanno lasciato trapelare sul promesso intervento di rilancio, o su come intendono far fronte ai loro impegni verso i soci”.
Il concordato impedirebbe di fatto ai soci l’accesso alla documentazione attuale e passata: “Un muro di silenzio che ha provocato molti degli interrogativi della serata – continua la nota – il dibattito è stato intenso, la rabbia e la delusione sono forti, e non si sa ancora se la proposta di Legler rispetterà il primo termine utile, previsto a giugno. Ma altrettanto forte è la determinazione e i soci si preparano a combattere per tutelare il frutto dei propri sacrifici“.