LECCO – Una maxi provincia che comprenda i territori di Lecco, Como e Varese e che abbia come capoluogo Como; accorpamento di Lodi e Cremona e richiesta di deroga per le province di Mantova, Sondrio e, novità di oggi, Monza Brianza. Questa, in sintesi, l’ipotesi emersa dalla riunione del Consiglio delle autonomie locali che si è tenuta questa mattina a Milano e che ha visto la presenza del presidente della Provincia di Lecco, Daniele Nava, e del sindaco Virginio Brivio. Intento dell’assise quello di stendere una proposta che entro la fine del mese sarà votata in Regione Lombardia e che, infine, sarà valutata dall’Esecutivo.
Ma quali sono, quindi, gli elementi di novità emersi questa mattina?
Innanzitutto, come accennato, la proposta sollevata dal sindaco di Como, il quale ha inaspettatamente chiesto una deroga affinché anche la provincia monzese possa mantenere il suo status attuale. Una proposta che è passata con una maggioranza relativa di sì e che ha visto il presidente Nava votare contro e il sindaco Brivio astenersi. A seguito del consiglio, i due rappresentanti delle istituzioni locali hanno incontrato gli organi di stampa per spiegare meglio le rispettive posizioni in merito.
Ha votato contro, quindi, Daniele Nava, il quale ritiene che “non si debba continuare a chiedere delle deroghe alla legge. Per quanto io possa non condividere questa normativa – precisa – credo che sia poco opportuno procedere così con tutte le province, in caso contrario mi chiedo quale sia il senso della legge. Nonostante la mia posizione contraria, la proposta di deroga per Monza è stata votata a maggioranza e questo implica che nelle prossime settimane Regione Lombardia si dovrà esprimere su quest’ultima ipotesi di suddivisione amministrativa, per poi sottoporre la questione al Governo”.
Titubante sull’ultima deroga richiesta, Nava si dichiara invece soddisfatto per due punti emersi durante l’incontro e votati all’unanimità. “Il Cal ritiene che l’Esecutivo debba fare un passo indietro – spiega – sulla questione della nomina dei rappresentanti, che dovrebbero continuare a essere eletti dai cittadini. Il secondo punto che ci vede concordi è la necessità di fare presente al Governo quanto la Lombardia e le sue province siano istituzioni virtuose a livello di amministrazione pubblica. Perché trasformare un territorio che da decine di anni funziona bene?”. Ed è così che il Consiglio delle autonomie locali chiederà di rivedere la legge e di mantenere “anche quelle province lombarde che non rispecchiano i parametri asettici – riprende Nava – di popolazione e dimensione richiesti dalla legge. Sappiamo comunque – precisa – che difficilmente la nostra richiesta potrà essere accolta”.
Ma come la pensa il sindaco di Lecco sulla questione della maxi provincia che si è appena delineata? “L’ipotesi della provincia dei laghi non mi soddisfa completamente ma, forse, è il male minore, in quanto interessa un territorio abbastanza omogeneo. Oltre a questo c’è da dire che tra circa un anno il territorio di Monza e della Brianza dovrà fare i conti con la città metropolitana di Milano, di cui ancora non si parla perché sta seguendo un suo iter particolare ma che a breve sarà una nuova questione da trattare. In aggiunta a questo ritengo che possa essere una buona strategia trovarci a tavolino subito con gli altri territori che stanno a nord di Milano, così da definire meglio una nostra identità ed evitare di essere semplicemente la periferia di Milano”.
Ora, quindi, la palla passa alla Regione. Intanto si attende il pronunciamento della Corte Costituzionale, che il prossimo 6 di novembre si esprimerà in merito alla costituzionalità o meno della legge tanto discussa.