BELLANO – Nelle proprie opere ha saputo ritrarre il volto della sua Bellano, del lago e dei suoi abitanti ed ora è la sua gente a volergli rendere omaggio nei funerali che si svolgeranno domani, venerdì alle 11, nella chiesa parrocchiale della cittadina rivierasca e dalle 9, la salma di Giancarlo Vitali sarà portata dinnanzi all’altare.
“Bellano è orfana del suo maestro” scriveva ieri, nel giorno della scomparsa, il sindaco Antonio Rusconi, perché la morte del pittore ha toccato l’animo dei bellanesi. Chiuso nella sua casa, nella riservatezza che lo contraddistingueva, Vitali è riuscito comunque ad aprire il suo mondo, fatto di semplicità e umanità, ai molti che hanno avuto modo di conoscerlo.
“I ricordi personali sono tanti – racconta Rusconi – con lui ho trascorso molti pomeriggi insieme ad ascoltarlo, gli piaceva raccontare aneddoti su Bellano, sui bellanesi, sulla storia del nostro paese”.
Solo lo scorso gennaio, Bellano aveva onorato il pittore della civica benemerenza e proprio il sindaco Rusconi aveva consegnato il riconoscimento nelle mani della moglie Germana. A maggio, invece, Regione Lombardia ha conferito a Vitali la “Rosa Camuna” dedicata a quei cittadini che si sono distinti per meriti culturali, sociali o sportivi. La figlia Sara ha ritirato il premio a Palazzo Pirelli.
E’ stato con l’ex sindaco Santalucia, nel 2000, in occasione del settantesimo compleanno del maestro, che Bellano ha voluto dedicare una mostra al suo pittore, la prima realizzata in paese nell’appena riqualificato ex Cotonificio Cantoni.
“E’ stata quella l’occasione del nostro incontro – ricorda Santalucia – oltre alla mostra, ne era stato pubblicato un catalogo dedicato. Negli anni ci siamo conosciuti sempre più e l’ultima volta che ci siamo visti è stato di recente. Per me era come uno zio, quando avevo bisogno di consigli particolari mi rivolgevo a lui. Dalla sua casa, aveva un punto di osservazione esterno, eppure collegato ai nervi vitali del paese. Personalmente perdo un punto di riferimento in cui riponevo tutta la mia fiducia”.
Uno zio lo era veramente Giancarlo per Alessandra, sua nipote e moglie del fotografo Carlo Borleghi. “Mia madre è sorella di Germana – spiega Alessandra – essendo figlia unica, frequentavo molto la sua casa. Sara e Velasco per me erano più che cugini, mi sentivo parte della loro famiglia più stretta. Ricordo il suo affetto, la sua presenza in casa e questa aurea particolare che lo circondava, il suo studio, i suoi ritratti. Ho sempre pensato che si fosse ritagliato la vita che voleva, a sua immagine”.
Per il marito Carlo, noto fotografo bellanese, quello con Vitali è stato un incontro nel segno dell’arte. “Gli devo molto, mi ha spronato verso la fotografia, sincero e critico, ma di quella critica che ti fa crescere. Ero molto amico di Velasco ed ero spesso a casa loro. Andavo da lui con delle foto 30×40 e ritornavo a casa con pezzetti da 3×4 centimetri. Mi mostrava gli angoli giusti, si arrabbiava se fotografavo barche, ‘anche se oggi ti fanno mangiare, non ti porteranno da nessuna parte’ mi diceva. E così quando ho iniziato ad immortalare immagini del lago mi ha fatto capire che era la strada giusta. Uno dei suoi pochi viaggi è stato il nostro a Burano, lui dipingeva e io fotografavo. Credo sia uno dei ricordi più emozionanti che mi porterò sempre con me”.
LEGGI ANCHE:
Lutto nel mondo dell’arte, è morto il pittore bellanese Giancarlo Vitali
L’amico Andrea Vitali: “E’ difficile immaginare il mio mondo senza Giancarlo”