PEDEMONTE (VI) – La IX Delegazione Lombarda del CNSAS ha partecipato ieri, sabato, con la propria componente speleo-subacquea, ad un’esercitazione svoltasi in Veneto, all’interno della risorgenza Rio Torretta, a 450 metri sotto il livello del mare, nel Comune di Pedemonte in Valdastico. Testando così un importante sistema di trasmissione di dati attraverso una connessione wi-fi portata in profondità.
Nonostante la presenza di sifoni (strozzature in cui è presente dell’acqua o allagate), per mezzo di questo sistema la persona infortunata può comunicare dalla grotta all’esterno informazioni sui propri parametri sanitari e altri dati rilevanti, con un tablet o con uno smartphone.
La manovra simulava un mancato rientro: 2 speleosubacquei che non avevano dato notizie di uscita. Le squadre tecniche si sono alternate fino all’ inizio dei tratti allagati per il trasporto dei materiali, lasciando poi l’esclusività delle operazioni ai tecnici speleo-subacquei. In particolare sono state valutate 2 situazioni post-sifone in cui si sono dapprima cercati i dispersi, poi medicalizzati e condizionati prima di affrontare la via a ritroso.
L’evento ha visto coinvolte 4 commissioni operative del soccorso speleologico, ciascuna per la propria competenza: la Commissione speleosubacquea (com Sub), che ha effettuato la manovra in acqua, la Commissione Medica (CoMed), che ha garantito la presenza del personale sanitario all’interno e all’esterno della grotta, la Commissione Comunicazione e Documentazione (CCD) che ha provveduto a documentare l’evento fornendo notizie all’esterno e la Commissione Tecnica (CTS) che ha fornito un sistema di trasmissione dati che ha reso possibile la comunicazione video e dati dall’interno all’esterno della grotta, facendo giungere le informazioni anche in punti molto distanti dall’evento quali la Sicilia e l’Abruzzo. Il sistema di trasmissione dati ha consentito di vedere dall’esterno della grotta alcune operazioni interne, quali la medicalizzazione dell’infortunato, momento fondamentale del soccorso speleologico.Le operazioni hanno visto coinvolti una cinquantina di tecnici, afferenti alle singole commissioni, provenienti da tutta l’Italia, ospitate dalla delegazione veneta del soccorso speleologico.