BELLANO – La notte dei “patol”, i tradizionali ravioli da gustare accompagnati dal “nustranel”. La notte dei “nusit”, altra delizia tipica della festa. La notte dei fuochi d’artificio, del grande falò, del vin brulé e delle cantine aperte. Più semplicemente, la notte di San Vincenzo e di Ombriaco.
La frazione di Bellano, meta per una sera di un gran numero di persone e addobbata per l’occasione in modo decisamente suggestivo, ha celebrato ieri la vigilia della propria festa patronale. Una festa attesa da un anno all’altro e destinata a culminare oggi, mercoledì 22 gennaio, nella messa solenne in programma per le 10.30 nella piccola chiesa della frazione e nella grande tombolata che si terrà a partire dalle 15.30 sotto la tensostruttura allestita in paese.
Ma quella trascorsa, si è detto, è stata la notte più lunga per Ombriaco. Una notte iniziata già all’ora di cena, quando in un locale delle ex scuole elementari e sotto il tendone sono stati serviti i “patol”, oltre ad appetitosi piatti di salame e formaggi nostrani.
Poco dopo le 21.30 tutti con il naso all’insù per l’atteso spettacolo pirotecnico, che ha strappato applausi convinti e che è stato seguito dall’accensione del grande falò, dalla distribuzione di vin brulé e dall’apertura delle cantine, dove buon vino e buon cibo l’hanno fatta ancora da padroni.
Un plauso va dunque anche quest’anno agli “Amici di Ombriaco”, che hanno organizzato con tanto entusiasmo e nel migliore dei modi la festa di San Vincenzo, ben supportati dagli animatori del Circolo Fenalc. E una volta di più a vincere è stata la tradizione. E la voglia di stare insieme nella notte più lunga della frazione bellanese.