Siamo così abituati a usarlo, che quasi ci dimentichiamo di quanto pericoloso sia il gas naturale usato nelle nostre case per cucinare, scaldare l’acqua e riscaldare.
In realtà è tossico, infiammabile ed esplosivo, quindi sono necessarie delle ferree misure di sicurezza in buona parte a carico delle società che lo distribuiscono. E l’Autorità per l’energia elettrica e il gas (AEEG) ha normato il campo stabilendo un sistema di penalizzazione o incentivazione a seconda dei livelli raggiunti e mantenuti. I parametri presi in considerazione sono l’odorizzazione del gas (la puzza aggiunta al metano per renderne evidenti le fughe), i tempi di intervento in caso di urgenze e i controlli sulla rete.
Nel lecchese, ad esempio, Lario Reti Holding, la società che ha in carico la distribuzione del gas in 33 comuni della provincia è in pole position per ricevere gli incentivi, perché fa meglio di quanto le viene richiesto dall’AEEG. Per gli appassionati di numeri il minimo preteso è 7,5, la posizione di massima sicurezza è 0, LRH sta a 3,5 su una scala specifica determinata dalla delibera n.120 del 2008.
A Lecco, l’odorizzazione del gas è stata rilevata 82 volte nel 2008 e 78 nel 2009. Ma il tempo medio di arrivo sul luogo dopo una richiesta di pronto intervento è cresciuto nel 2009 a 43,3 minuti, un peggioramento medio di 5 minuti rispetto al 2008 che colloca Lecco indietro rispetto la media nazionale calcolata dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas in 35 minuti. In compenso le normativa consente un ‘ritardo’ d’intervento anche di un’ora e quindi la posizione non è così grave.
A livello nazionale, le dispersioni sono diminuite del 16% dal 2006 al 2010, mentre i controlli hanno coperto il 50% della rete.
Nel lecchese, dei 700 chilometri di tubature in carico a LRH, ne è stato ispezionato il 75,4% nello specifico si tratta di 240 km in cui il gas passa a media pressione e 288 a bassa.
Mentre LRH spera a fine anno di risultare tra le società virtuose meritevoli di premio, a livello nazionale l’AEEG ha annunciato una raccolta di un milione di euro di indennizzi da realtà che non hanno rispettato gli standard richiesti nei regolamenti.