Giorno del Ricordo. Foibe ed esuli, Lecco non dimentica

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Alcuni esuli presenti alla cerimonia

 

LECCO – Il maltempo ha costretto ad un cambio di programma all’ultimo minuto, ma la partecipazione non è mancata e, come ogni anno, è stata molto sentita. Venerdì 10 febbraio Lecco ha celebrato il Giorno del Ricordo, istituito nel 2004 per commemorare gli italiani vittime delle fobie tra il 1945 e il 1947.

Da sinistra: Mons. Franco Cecchin, prevosto di Lecco, Virginio Brivio, sindaco di Lecco, Gennaro Terrusi, vice prefetto, Flavio Polano, presidente della Provincia di Lecco e Simone Galimberti, Comitato 10 febbraio

 

Una tragedia a lungo dimenticata e non ancora del tutto sgombra dalla nuvola della censura. Per non dimenticare la Provincia di Lecco in collaborazione con il Comune ogni anno organizza la breve ma significativa cerimonia, suddivisa in due parti: un silenzioso corteo dal municipio al lungolago e i discorsi delle istituzioni, a cui segue la posa di una corona floreale in ricordo dei martiri delle foibe.

Quest’anno complice la pioggia misto neve il corteo è stato sospeso e il momento di ricordo trasferito nella sala consiliare della Provincia di Lecco, dove autorità civili, militari e religiose, insieme ad un gruppo di esuli della Comunità lecchese Esuli Giuliano Dalmati e ai rappresentanti del Comitato X febbraio hanno omaggiato le vittime delle foibe.

“Inevitabile vivere questa giornata come un rito – ha commentato il presidente della Provincia di Lecco Flavio Polano – ma allo stesso tempo per entrare a pieno nel significato di questo importante appuntamento dobbiamo cercare di vivere i suoi valori ogni giorno. I valori di cui parlo sono solidarietà, tolleranza, rispetto, mi rivolgo soprattutto ai giovani che tragedie come quella che stiamo ricordando non le hanno vissute e non le avranno sulle spalle fisicamente una volta adulti: coltivate questi valori, fondamento della nostra civiltà“.

Anche il sindaco Virginio Brivio ha preso parola, facendo un appello: “Non facciamo diventare questo ricordo di nicchia: questo Giorno deve aiutarci a ritrovare le nostre radici anche nelle contraddizioni della storia delle regioni d’Italia colpite da tale inaudita violenza. Non è mai una Giornata del Ricordo fine a sè stessa: quanto accaduto deve sempre essere insegnamento per il futuro“.

Presente il vice prefetto Gennaro Terrusi che ha ricordato le sempre più ricorrenti divisioni e chiusure tra gli uomini negli ultimi anni: “Un’offesa al singolo uomo – ha detto – è un’offesa all’umanità intera, la crudeltà fine a se stessa non deve più avere spazio nella nostra società”.

Hanno chiuso le testimonianze Monsignor Franco Cecchin, prevosto di Lecco, Simone Galimberti, del Comitato X febbraio e un rappresentante della Comunità lecchese Esuli Giuliano Dalmati: “Tutto è molto triste ma va necessariamente ricordato: giustificata o meno, censurata o meno, la mattanza ci fu. Elogiamo il sacrificio di chi per difendere un ideale non si è piegato davanti alla morte”.

La cerimonia si è conclusa con l’Inno d’Italia e con un minuto di raccoglimento, insieme ad alcuni esuli della comunità lecchese, in ricordo delle vittime.

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