LECCO – “Scatta” l’operazione sicurezza negli ospedali lecchesi: porte serrate durante l’orario notturno, una fitta rete di telecamere di videosorveglianza, rafforzamento del personale nelle portinerie.
In pratica, a partire dal primo marzo, negli ospedali di Lecco e Merate gli accessi principali resteranno chiusi dalle 22 alle 6 della mattina (a Bellano già è così a partire dalle 21) ad eccezione dell’ingresso per necessità del Pronto Soccorso e quello autorizzato dai singoli reparti per la visita ai propri familiari ricoverati che necessitano di assistenza, suonando al videocitofono posizionato all’esterno della hall.
Anche per accedere al Pronto Soccorso pediatrico del Manzoni sarà necessario citofonare per farsi aprire la porta, installata una decina di giorni fa e messa a sbarrare il percorso dal PS ai reparti. Novità in vista anche per i dipendenti che per entrare in ospedale dopo le 22 dovranno strisciare l’apposito badge messo sia agli ingressi pedonali che a quelli dedicati al personale.
Tutto questo a causa degli spiacevoli episodi di malintenzionati trovati a vagare nei corridoi: l’ultimo solo qualche settimana fa, quando due ubriachi si sono introdotti al terzo piano del Manzoni insultando il personale, sfondando la porta della tisaneria e ribaltando le panchine nel cortile una volta allontanati. Lo scorso anno, invece, il direttore generale Mauro Lovisari aveva incrociato nei corridoi una coppia di senzatetto che aveva trovato “alloggio” notturno in un locale dell’ospedale.
“Vogliamo garantire ai pazienti ed ai dipendenti di trascorrere serenamente le ore notturne, le più delicate da gestire sul fronte della sicurezza” – ha spiegato Lovisari.
Una sicurezza che passa anche da un sistema di videosorveglianza che può vantare oltre 60 telecamere solo al Manzoni (12 al Mandic e tre a Bellano) installate a partire dall’estate scorsa e che ora presidiano tutti e tre i piani dell’ospedale, la palazzina amministrativa e il magazzino. Occhi elettronici puntati in particolare sulle porte d’emergenza, una quindicina all’ospedale di Lecco, apribili solo dall’interno ma che rischiano di diventare entrate ben poco controllabili se lasciate inopportunamente aperte.
“L’ex questore Bocci, parlando dell’ospedale di Lecco, lo aveva definito un groviera – ha proseguito il direttore, affiancato dal responsabile alla sicurezza Antonino Franco – ora siamo in grado di controllare gli accessi e di vedere chi entra in ospedale”.
Il sistema di videosorveglianza accumula fino a 72 ore di registrazioni negli ultimi mesi è già capitato che le forze dell’ordine ne chiedessero visione per identificare “anomali” visitatori.
GLI ACCESSI PER I DIPENDENTI