MANDELLO – “Il nuovo che avanza… Dimissioni! Riteniamo non esista un’altra possibilità riguardo a quanto accaduto all’interno della giunta dell’Amministrazione di Mandello alla luce della notizia, appresa dai mezzi di informazione online, circa la contestazione del reato penale di abuso edilizio, iscritto all’albo pretorio del Comune, consegnata dalle forze dell’ordine all’assessore all’Urbanistica Franco Patrignani. Oltre alla gravità del reato, aggravato dal ruolo che l’assessore ricopre, rimaniamo sconcertati e basiti dalle dichiarazioni del sindaco, che definisce un reato penale, per il quale è prevista anche una reclusione, una semplice anomalia burocratica”.
Sulla vicenda che dal pomeriggio di ieri sta scuotendo gli ambienti politico-amministrativi mandellesi interviene ora il Movimento 5 Stelle di Mandello con una nota a firma degli attivisti Maurizio Scola, Flavio Angeli, Aldo Gallo e Giuseppe Iovino, che scrivono: “Questo atteggiamento da Don Chisciotte verso il fido Sancho Panza ci preoccupa, vista l’esistenza in paese di altre situazioni sentenziate che attendono provvedimenti definitivi e il cui il rispetto delle sentenze da parte dell’Amministrazione sarebbe a carico dell’assessore”.
“Ribadiamo che le dimissioni e l’abbandono di qualsiasi carica istituzionale e di pubblico servizio siano il minimo da fare in tale circostanza – aggiungono i pentastellati – allorché in mancanza di tale decisione aleggiano su Mandello fantasmi del passato e catene del presente da coloro che dovevano essere il nuovo che avanza! Per concludere, apprendiamo inoltre dalla lettura dell’albo pretorio dell’esistenza della contestazione di un abuso edilizio, con rapporto della Polizia locale, con verbale del 22 giugno 2016 indirizzato al presidente della Canottieri Moto Guzzi, società firmataria della convenzione per la gestione del Lido comunale”.
“Anche in questo caso – concludono gli attivisti dei 5 Stelle – viene contestato il reato relativo all’articolo 181 comma 1 del decreto legislativo 42/2004 esecuzione di opere in difformità da autorizzazione su area soggetta a tutela paesaggistica. Anche per questo caso dovevano essere chieste le dimissioni del presidente, oltre allo stralcio della convenzione”.