Il Carnevale è una grande festa alla Casa dell’Anziano di Lierna

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LIERNA  –  Quest’anno la magia del Carnevale ha avvolto anche la Casa dell’anziano di Lierna, la Struttura ormai diventata famosa per le sua creatività e innovazione.

Molti i partecipanti all’evento di oggi pomeriggio: oltre ai 23 ospiti presenti nella comunità alloggio anche i loro famigliari, amici, il parroco di Lierna Don Marco e altri anziani della comunità liernese divenuti col tempo frequentatori assidui dei momenti di festa e condivisione. Tutti i partecipanti all’evento hanno indossato anche le tipiche maschere Carnevalizie e si sono improvvisati in balli di gruppo, accompagnati dalla fisarmonica del maestro Giuseppe Bartesaghi di Mandello del Lario.

Alla musica hanno fatto seguito – come da tradizione – una merenda particolare a base di dolci americani e un momento di animazione con un idea tratta proprio dagli Stati Uniti. “Queste feste che spesso organizziamo – spiega la responsabile Emanuela Cariboni – hanno lo scopo di mantenere vivi i rapporti sociali dei nostri anziani con la comunità e con le loro famiglie”.

Anche l’idea “americana” ha un suo perché spiega sempre Emanuela Cariboni: “ci sono alcuni eventi della nostra vita che proprio perché particolari rimangono “fissati” nella nostra mente, come indimenticabili, generando emozioni positive che aiutano a affrontare meglio le difficoltà quotidiane. In questa occasione abbiamo voluto proporre qualcosa che i nostri anziani non hanno mai visto ne provato”.

Ecco quindi arrivare la coloratissima “antigravity Cake”una torta a tre piani multicolore con illusione ottica. Ma le sorprese non sono ancora finite, mentre si degusta il dolce arriva anche il “barattolo della felicità”. Un altro stratagemma tratto questa volta dalla scrittrice statunintense Elizabeth Gilbert realizzato per evocare le emozioni positive. Questa festa di carnevale conclude la responsabile della Casa alloggio “porta con se un significato molto profondo: la felicità non è avere quello che si desidera ma desiderare ciò che si ha”.