LECCO – “Siamo preoccupati, il giudice poteva almeno stabilire una cosa, che una parte di cantiere venisse recuperata e messa a disposizione per la riqualificazione dell’area, da tempo chiesta dai residenti di Chiuso”.
Il sindaco Virginio Brivio commenta così, in consiglio comunale, la decisione del Tribunale di Milano che la scorsa settimana ha rinviato la decisione sulla contesa legale tra Provincia e l’impresa Salini a cui era stata affidata la realizzazione della galleria per la nuova Lecco-Bergamo.
L’auspicio degli enti lecchesi era che il magistrato potesse ‘sbloccare’ il cantiere, con la restituzione dello stesso da parte dell’impresa, consentendo quelle opere utili a ristabilire decoro e agio agli abitanti della zona.
“Avremmo potuto almeno ripristinare il collegamento tra la chiesa e il quartiere, con poche migliaia di euro, asfaltando la strada. Ora, chiunque vinca o perda la causa, la ripartenza dell’opera non sarà cosa breve” ha sottolineato il primo cittadino che non risparmia critiche neppure a Villa Locatelli:
“Dissenso totale sull’azione giudiziaria della Provincia – dice Brivio – doveva essere più incisiva per il bene delle comunità di Lecco e Calolzio” che da troppi anni convivono con il cantiere.
Quell’opera, per Brivio, “così come è oggi, è finita. Deve subentrare un ente superiore, la Provincia giri ad Anas le risorse che ha recepito e si riappaltino i lavori. Come la Lecco-Ballabio, anche la Lecco-Bergamo deve essere seguita da un ente statale, non solo nel tratto tra Chiuso e Calolzio, ma anche nella variante di Cisano che per noi è altrettanto importante”.
“Ci auguriamo – ha concluso Brivio – che anche la Regione segua questa scelta riprendendo in carica una strada che era sua in passato. E’ l’unico modo per dare all’opera una prospettiva credibile”.