LECCO – Un cantiere fermo non fa bene a nessuno: non fa bene ai cittadini, che devono convivere con la presenza stessa del cantiere e con i disagi viabilistici che quel tunnel dovrebbe risolvere, non fa bene alle istituzioni che oggi devono sbrogliare una situazione complicata con l’impresa a cui è stato affidato l’appalto, non fa bene nemmeno a quest’ultima che deve sostenere ulteriori costi per un cantiere infruttuoso e neppure ai lavoratori che dovrebbero operare in quel cantiere.
Una decina di loro, proprio per questa l’inoperatività, verranno messi in cassa integrazione ordinaria dopo l’accordo, avvenuto nei giorni scorsi, tra i sindacati e ICS, il gruppo Salini che si occupa della realizzazione della nuova Lecco Bergamo.
“Si tratta di maestranze addette alla gestione del cantiere, alla mobilitazione del materiale, che avrebbero dovuto supportare l’impresa sorrentina che di fatto avrebbe dovuto iniziare lo scavo della galleria – ci spiega Giuseppe Cantatore di Fillea Cgil – tutto è fermo e i lavoratori sono in stand by in attesa delle decisioni che verranno prese”.
L’opera è al momento bloccata per mancanza dei fondi necessari e l’impresa Salini avrebbe bocciato l’ultima proposta avanza dalla Provincia di stornare alcune lavorazioni dal piano economico in attesa di entrare in possesso delle risorse mancanti, ovvero i 18 milioni derivanti in larga parte dall’accordo bonario per il trasferimento del sito di scarico delle terre di scavo dall’ex cava Mossini alla Miniera di Rio Gambaione di Cassago.
“Non abbiamo ancora risposto all’impresa – fa sapere il presidente della Provincia, Flavio Polano – è una materia delicata e stiamo facendo tutte le valutazioni del caso prima di esprimerci”.
La realizzazione del tunnel è rischio e se non si troverà accordo con la Salini il contratto rischia di ‘saltare’, costringendo Villa Locatelli al riappalto dell’opera.
Le ricadute, non riguarderanno solo le tempistiche di realizzazione della galleria, già slittate dall’agosto del 2014 al novembre del 2019, ma anche l’indotto che un cantiere come quello della Lecco -Bergamo può generare sul territorio.
“Avrebbe dato ampio respiro al settore edile perché è sempre necessario il supporto di altre imprese in loco quando si realizzano infrastrutture di questo tipo – sottolinea Cantatore – senza contare che sarebbero giunti sul territorio una settantina di lavoratori che qui avrebbero soggiornato, dormendo e consumando pasti, con guadagni anche per gli esercizi pubblici. Si sarebbero iscritti alla nostra cassa edile, generando aumenti del monte salario e quindi dando possibilità di garantire prestazioni aggiuntive ai lavoratori del settore. Si sarebbe mossa l’economia locale, invece è tutto bloccato. E’ necessario che la politica smuova la situazione. Già da circa un mese abbiamo chiesto un incontro in Prefettura ma ancora non abbiamo avuto risposta”.