Lecch non si scolla: adesivo a prova di “Appello”

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LECCO – Se la staranno senz’altro ridendo sotto i baffi gli ignoti “vendicatori” che, alcune settimane fa, hanno appiccicato una “H” sul cartello stradale recante l’indicazione di Lecco all’ingresso della città, precisamente sul ponte Azzone Visconti, commutandola nella sua traduzione dialettale, “Lecch”: nel primo pomeriggio di venerdì, infatti, Corrado Valsecchi e i consiglieri comunali del gruppo Appello per Lecco, hanno tentato di rimuovere l’illecito adesivo, senza riuscirci.

La lettera “clandestina” si è infatti appiccicata all’originale vocale dell’insegna, non volendone sapere di staccarsi dalla sua predecessore e costringendo il gruppo a desistere dall’ intento.

“Si è preferito lasciar perdere per non arrecare danni ulteriori a quelli già prodotti da altri – ha spiegato Valsecchi, portavoce del movimento – Abbiamo comunque segnalato la situazione ai tecnici comunali che si occuperanno della rimozione”.

Un gesto simbolico quello di Appello per Lecco che, seppur vano, rappresenta l’ultimo tassello di una vicenda iniziata lo scorso giugno, quando l’Amministrazione comunale ha deciso di eliminare la doppia indicazione del nome della cittadina dai cartelli ai confini della città, togliendo quella in dialetto (articolo). La scelta ha subito alimentato il dibattito tra sostenitori delle segnalazioni in lingua volgare, quale espressione della cultura tradizionale del territorio, e chi invece non crede nella necessità di tali insegne.

Se gli esponenti della Lega Nord sono stati tra i primi a protestare per la novità, Appello per Lecco si è invece schiarata a favore della decisione assunta dal sindaco Brivio e non ha fatto mancare la propria critica contro il gesto vandalico che ha “forzato” il ritorno alla lingua dialettale:

“Stiamo parlando di turismo, di abbracciare vocazioni diverse che possono consentire alla città di uscire dal guado della crisi economica e c’è chi si diverte ancora a depauperare l’immagine di Lecco – scrive il gruppo in un comunicato – Appello per Lecco è stata molto tollerante nei confronti dei vari simboli leghisti sparsi un po’ in tutta la città dall’amministrazione Bodega, dei riferimenti espliciti dati alle piazze lecchesi da parte di quel movimento, non sono mancati momenti di accesa discussione in maggioranza sul fatto che togliere o lasciare questi simboli e indicazioni non rappresentava certo la priorità per la comunità lecchese.

Per cui, Appello per Lecco, ha ritenuto opportuno evitare iniziative che avrebbero scatenato l’ennesima guerra ideologica. Ma adesso che i militanti leghisti si divertano a mettere adesivi con le H anziché lasciare la O di Lecco fa capire la miopia degli artefici di questi gesti. Alterare un cartello istituzionale è un reato, farlo con un adesivo o con il pennarello è una grande idiozia e mascalzonata. Il danno di immagine è fatto, per non parlare dell’estetica del cartello indicatore”. “Non ci sarà più alcuna indulgenza del nostro gruppo se si reitereranno situazioni come questa – scrivono ancora – La battaglia politica si deve fare senza ricorrere ad atti vandalici e integralisti che mettono a rischio il decoro della città. Ci auguriamo di cuore che queste dimostrazioni muscolari cessino e si riprenda a discutere solo nelle sedi istituzionali portando ognuno le proprie idee e rispettando le idee degli altri”.